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Scuole, l’Italia cresce poco, la Sicilia ancora meno: ed è ripresa l’emigrazione

La geografia scolastica per il prossimo anno, alla voce alunni, è delineata. Chiuse le iscrizioni. Numeri che ricalcano lo stampo del ribasso, l’Italia cresce poco, la Sicilia ancora meno, il decremento della natalità rappresenta un fattore determinante. Si fanno pochi figli, ed il Paese invecchia: è tra i meno verdi all’anagrafe, della zona euro, non una di quelle notizie che accogli col sorriso raggiante di una mattina d’estate quando sei in ferie ed il mare, fuori dalla finestra è una tavola blu.

I licei sono i più scelti, predominano le aree scientifiche con le varie diramazioni, tiene l’indirizzo Scienze Umane e l’Economico Sociale, in calo il classico che comunque regge.

I tecnici ed i professionali sono scelti da quasi il trentadue ed il tredici punti percentuali dagli studenti chiamati allo step successivo a quello della scuola di primo ciclo, un tempo la terza media, oggi scuola secondaria di primo grado. Le novità registrano dati incoraggianti, proporzionati alla sperimentazione necessaria nella fase primordiale.

La filiera del 4 più due, ovvero gli istituti di indirizzo tecnico e professionale in cui dall’anno scolastico che verrà, si potrà conseguire il diploma in quattro anni invece dei cinque e, successivamente concorrere a più soluzioni: l’iscrizione al biennio presso i nuovi Its Academy, oppure l’immatricolazione ad una qualsiasi facoltà universitaria e, terza ma non ultima la possibilità di immettersi, nel mercato del lavoro, l’obiettivo di questa nuova realtà è proprio la ricerca dell’incastro più solido tra i banchi e l’occupazione professionale, una finestra con maggiore apertura che favorisca il giovane ad entrare e, si spera restare, nella filiera produttiva “dei grandi”, cioè di quelli che lavorano, con l’auspicio che possano essere sempre in numero crescente. Altra novità il liceo del Made in Italy, le cui adesioni non sono irrilevanti al contrario, risultano positive, considerando il debutto.

In Sicilia ci si iscrive di meno a scuola, per un fatto naturale: ancor meno incrementato il tasso di nuovi nati ed emigrazione verso il nord e l’estero che non trova freni, il piede è pigiato sull’acceleratore di quelle famiglie, spesso non per scelta ma per necessità che partono lasciando l’isola per lavoro, con bimbi piccoli a seguito che, inevitabilmente saranno alunni al nord o all’estero e non di certo in Sicilia. Servono riflessioni, serie. Reali e non di facciata, quella si sgretola come gli sterili amori estivi che spesso, chiuso l’ombrellone, cambiano stagione.

La provincia di Agrigento non fa di certo eccezione, appartiene inesorabilmente alla classifica di numeri al ribasso, nonostante l’ottima offerta formativa e la presenza di praticamente tutti gli indirizzi. La scuola rimane un contenitore straordinario attraverso il quale risanare e costruire, far crescere e ripartire. Necessariamente. L’istruzione è alla base, significa futuro e speranza. Spirito critico, capacità di decidere autonomamente, libertà di pensiero.

E’ molto, moltissimo la scuola. La sua centralità appare fondamentale in un processo virtuoso di crescita. Il domani si costruisce oggi.

Vincenzo Montana

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