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Dario Tardino

Politica

Nel 2022 altre 400 persone hanno lasciato Licata. Dario Tardino: “Bisogna arrestare questa fuga”

“Nell’ultimo anno 400 licatesi si sono iscritti all’AIRE, l’anagrafe degli Italiani residenti all’estero: uno svuotamento progressivo e costante della nostra terra”.

A fornire il dato, che indubbiamente preoccupa, è Dario Tardino, giovanissimo licatese da sempre impegnato in politica, e leader del movimento “Controvento”.

“Un fenomeno migratorio violento – aggiunge Tardino – che non si limita nella fuga via dell’Italia, ma che interessa anche i neodiplomati indirizzati verso un percorso di formazione professionale e universitaria. Non si può negare che un’esperienza all’esterno della nostra Isola possa essere un fattore positivo per un giovane. Il discorso però ad oggi è mutato, non si pone più la possibilità di una scelta, la partenza diventa obbligatoria mancando l’opportunità di formazione nel territorio”.

“Moltissimi diplomandi siciliani e del meridione – aggiunge Tardino -sono partiti negli ultimi anni per iscriversi ai Corsi di Laurea in Professioni Sanitarie nel Centro Lazio, con sedi distaccate anche in centri urbani piccoli. Sorge spontanea una domanda, perché i giovani non possono formarsi nelle strutture sanitarie siciliane? Le risposte saranno molte, dagli economisti che citeranno la mancanza di fondi al burocrate aggrappato alla legislazione in difesa della conservazione dell’esistente. L’equazione delle conquiste sta nella vertenza collettiva affrontata tramite una soluzione politica che porti ad un miglioramento della condizione economica e sociale”.

“Licata ha una Struttura Ospedaliera che nonostante i continui tagli non si limita – scrive ancora il giovane licatese – nella fruizione del servizio pubblico, perché non rinvigorire il personale presente con tirocinanti volenterosi che fanno le fortune di moltissime Strutture fuori della Sicilia? La scelta è politica, mettiamo mano alla legislazione regionale che garantisce il diritto allo studio, un giovane siciliano deve avere la possibilità di scegliere dove potersi formare.

Ritroviamo l’orgoglio di essere siciliani e licatesi, il coraggio di rilanciare la nostra terra, ricordando il Sogno di Enrico Mattei”.

“Il fondatore di ENI – rileva ancora Tardino – in visita nell’entroterra siciliano, a Gagliano Castelferrato in un iconico discorso che sarà la sua ultima apparizione pubblica,parlando disse alle madri di far tornare i figli emigrati in Germania perché ci sarebbe stato lavoro per tutti, nessuno avrebbe dovuto più patire la fame e che la vera ricchezza di quel territorio non fosse il metano ma il valore umano del nostro popolo. Una rinascita progressiva parte dalla possibilità concreta di creare opportunità lavorative attraverso la formazione dei propri giovani, sicuramente il turismo ma senza dimenticare la necessità dell’industrializzazione di comparti  economici fondamentali. Le parole di Mattei vanno reinterpretate e adottate su settori come l’agricoltura, che ad oggi affronta la produzione e la successiva rivendita del prodotto con metodologie anacronistiche rispetto all’esigenza del panorama attuale”.

“L’approccio messo in atto – conclude il rappresentante di “Controvento” – pone gli agricoltori in posizione di assoluta inferiorità rispetto alla GDO, perché non pensare a dei consorzi di agricoltori che seguano il prodotto dalla produzione alla successiva commercializzazione, coinvolgendo anche la filiera della trasformazione. Queste idee necessitano di uno sforzo culturale nella classe politica nell’accettare il fallimento e provare a riflettere su nuovi modelli di sviluppo e che dall’altra parte si debbano realizzare le infrastrutture necessarie, portando l’acqua PUBBLICA nelle campagne ad un prezzo dignitoso. Il cambiamento in una terra come la nostra sta nel realizzare la normalità e tentare di ridurre quel gap economico tra noi e il resto d’Europa”.

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