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Giacomo Modica

Calcio

“Quelli della B”, Giacomo Modica: “Diventati grandi con Zeman, uno dei migliori allenatori d’Europa”

Di piede mancino, di tecnica superiore, di geometrie innate, di classe indiscussa. Giacomo Modica in campo, ha rappresentato il modello di centrocampista capace di far girare la squadra, dettare i tempi e mettere ordine con personalità e senso della posizione.

Con la maglia del Licata, gioca dal 1985 al 1988, protagonista di un triennio storico culminato con la promozione in serie B che conquista ma personalmente non gioca, passa in quell’ estate al Messina, di cui sarà anche capitano ed oggi allenatore, con fresca salvezza in C conquistata con largo anticipo. Se dici Modica, dici anche Zeman, una vita insieme sul campo e fuori.

A Licata cominciano scrivendo pagine con inchiostro indelebile, creando un gruppo con valori oltre il rettangolo di gioco, stima e rispetto, senso di appartenenza e voglia di arrivare in alto con lavoro e sacrificio. “L’esperienza a Licata assolutamente fantastica, ci siamo ritrovati tutti i ragazzi del Palermo con Zeman allenatore, uno dei migliori in Europa. Per me è stato molto, moltissimo, praticamente gli devo tutto. Eravamo avanti di decenni, in quegli anni praticavamo un calcio innovativo, dinamico. Concetti di pressing, attacco al portiere, insomma un calcio moderno, quel Licata aveva poi il pilota automatico per come eravamo sincronizzati, squadra meravigliosa. Zeman per me significa crescita sotto il profilo professionale e non solo, mi ha insegnato educazione sportiva, rispetto, cultura del lavoro, dopo quarantatre anni siamo ancora insieme, significa tantissimo. Ma in quel Licata è stato di notevole importanza anche Cerantola, con lui siamo andati in B vincendo la c1, grande tecnico e grande uomo, aveva metodi diversi rispetto a Zeman con cui siamo cresciuti ed ai quali eravamo abituati, dopo un periodo di adattamento ci siamo calati ed il resto è storia con risultati di enorme livello”.

Per Modica, una delle tappe decisive verso la promozione in cadetteria è stata quella di Reggio Calabria, 0-1 con rete di Tommaso Napoli: “Tommaso ha segnato la rete con cui abbiamo vinto a Reggio, da lì secondo me è scattato qualcosa di significativo, culminato col successo, è una tappa importante”.

Con una media di cinque reti a stagione, assicura comunque anche l’apporto in termini di marcatura pur non essendo ovviamente, il suo mestiere quello di segnare: “Non tanti ma nemmeno pochi i miei goals per il ruolo in cui giocavo, ricordo quello al debutto contro il Siena o la doppietta a Caserta, che bello veramente”.

Segnare era attitudine di altri, Romano, La Rosa e Schillaci che era di altra categoria per Modica:  Maurizio Schillaci, era di un livello nettamente superiore, un esterno fenomenale, il più bravo di tutti ma non solo al Licata, in quegli anni era un top, se in giornata faceva in campo cose meravigliose, tecnica e talento in quantità. Ho giocato anche con il cugino Totò, erano diversi. Totò un attaccante micidiale, in area avversaria fantastico, istinto incredibile, veloce e forte negli spazi, Maurizio era un esterno offensivo, poteva arrivare a livelli alti ma proprio alti, che giocatore stupendo davvero”.

Nessun rimpianto da giocatore, carriera di livello con un passaggio mancato alla Lazio che poteva svoltarla ancor di più: “Rimpianti zero, ho fatto quello che dovevo da giocatore, forse andando alla Lazio, potevo fare ancora di più il  salto, era tutto fatto ma decisi di rimanere a Messina, magari ho perso qualcosa da giocatore recuperando però da allenatore”.

Ed è stato un recupero importante certamente, Giacomo Modica annovera in panchina, un curriculum di notevole pregio, sei stagioni in totale come vice e collaboratore tecnico di Zeman che segue inizialmente in Turchia al Fenerbahce e poi Napoli, Salernitana, Avellino, Brescia, un percorso in autonomia tra Cosenza e Lecco con in mezzo grandi anni con il Celano e poi ancora al fianco di Zeman come collaboratore tecnico alla Roma ed al Cagliari. Oggi è l’allenatore del Messina, squadra con cui ha brindato alla permanenza in C.

“Felice di questa stagione a Messina, alleno la tredicesima città in Italia, abbiamo fatto benissimo, un grande campionato nonostante il periodo di appannamento tra novembre e dicembre. Se resto? Penso a finire la stagione e poi ne parleremo con la società, sono orgoglioso della stagione e del gruppo che alleno”.

In tre stagioni, per Giacomo Modica, ottantasette presenze ed undici reti con la maglia del Licata di cui rimane, uno dei più amati protagonisti di quel romanzo calcistico scritto con passione e colorato di gialloblù.

Vincenzo Montana

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