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Angelo Territo

Storie

Chirurgia robotica applicata al trapianto renale, premio europeo per un urologo di Licata

All’urologo licatese Angelo Territo il riconoscimento dell’Associazione Europea di Urologia.

Il premio è stato assegnato in occasione del recente congresso europeo che si è tenuto a Copenhagen, in Danimarca, dal 16 al 20 marzo scorsi, appuntamento annuale che vede riuniti migliaia di urologi da tutto il mondo.

Territo fa parte di un team europeo che si occupa di una tecnica emergente nell’ambito della chirurgia dei trapianti renali. Nello specifico, il premio “Estu René Kuss Prize” è stato conferito per i risultati ottenuti nell’ambito della chirurgia robotica applicata al trapianto renale dal team in questione.

Con il medico licatese abbiamo scambiato alcune battute sulla storia del trapianto renale robotico.

“Nel luglio del 2015, presso l’Ospedale Universitario Fundació Puigvert di Barcellona l’equipe diretta dal dottor Alberto Breda, di cui ho fatto parte, ha realizzato – spiega Angelo Territo – il primo trapianto renale completamente robotico da donatore vivente, in Europa. E’ stato un onore essere uno dei membri di tale equipe di eccellenza e partecipare a tale procedura pioneristica in Europa. Dopo più di 2 anni e mezzo dall’esordio, i risultati clinici ottenuti nei pazienti operati con tale tecnica mini – invasiva (già pubblicati su prestigiose riviste scientifiche di rilievo internazionale) hanno dimostrato significativi vantaggi: il paziente ha un migliore e più rapido recupero post operatorio, con riduzione delle giornate di degenza ospedaliera, minore necessità di trasfusioni ematiche, minor dolore post – operatorio ed ottimi risultati cosmetici (minima cicatrice). Inoltre, non abbiamo riscontrato alcune complicanze tipiche della chirurgia tradizionale a cielo aperto. Anche questi risultati sono stati presentati in questa recente edizione del congresso europeo di urologia”.  

Ma il robot può sostituire il chirurgo?

“Assolutamente no. Il robot – risponde Territo – è sempre “manovrato” dal chirurgo, pertanto l’intervento viene, in ogni caso, condotto dal chirurgo stesso. I vantaggi della chirurgia robot assistita, come anche nel trattamento di altre patologie (tumore al rene o prostata, per esempio), consistono nella visione magnificata e tridimensionale del campo operatorio che consentono, quindi, una delicata ed estrema precisione nei movimenti. Il robot, quindi, migliora la performance del chirurgo ma non lo sostituisce”.

Chi può essere candidato ad un trapianto renale con tecnica robot assistita?

“Qualsiasi paziente – sono le parole del medico licatese – con insufficienza renale cronica può potenzialmente essere sottoposto ad un trapianto di rene. Il trapianto rappresenta la terapia di scelta nel caso di insufficienza renale, con una aspettativa e qualità di vita superiori rispetto alla dialisi. La valutazione della tecnica da impiegare, chirurgia tradizionale (a cielo aperto) o tecnica robotica, dipende da alcune variabili cliniche che devono essere valutate dall’urologo che abbia alta esperienza in trapiantologia renale e in chirurgia robotica”.

Ci sono altre novità presentate in occasione del congresso europeo di urologia?

“Chiaramente – conclude Angelo Territo – non mi occupo solo di trapianti di rene. Presso l’unità di Uro-Oncologia dell’Ospedale universitario Fundació Puigvert di Barcellona, dove ho lavorato per più di 2 anni, tra le novità emergenti vi sono quelle relative al trattamento conservativo dei tumori dell’alta via escretrice urinaria (rene ed uretere). Segnatamente, stiamo studiando l’impiego di un microscopio laser intra-operatoria che ci permette di caratterizzare il tumore, valutandone il suo grado di aggressività (basso grado, alto grado) e, una volta caratterizzato, a seconda dei casi, siamo in grado di trattarlo con laser evitando l’asportazione del rene e dell’uretere. Anche in questo ambito, il centro spagnolo rappresenta una eccellenza a livello internazionale”.

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