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Storie

“Zuleika apre gli occhi” di Guzel Jachina, Laura Sanfilippo: “E’ un libro bellissimo”

Guzel’ Jachina e il suo romanzo Zuleika apre gli occhi 

Ne parliamo con Laura Sanfilippo, dirigente scolastico, ideatrice ed organizzatrice dal 2012 del Premio Tomasi per le scuole.  

Chi è Guzel’ Jachina? 

E’ una scrittrice esordiente. E’ la vincitrice della XVII edizione del Premio letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa la cui giuria ha come presidente Gioacchino Lanza Tomasi.

Il premio che, come ha affermato il lungimirante sindaco di Santa Margherita di Belice, avvocato Franco Valenti, ha sollevato metaforicamente la cittadina dalle macerie del terremoto. Nel nome di Giuseppe Tomasi di Lampedusa sono giunti in Sicilia scrittori del calibro di  Kazuo Ishiguro, Mario Vargas Llosa e Orhan Pamuk.

Penso Guzel’ Jachina sia un nuovo astro della letteratura russa che si affaccia alla letteratura mondiale, affermandosi come vincitrice di altri premi letterari tra cui il Big Book Award, il Reader’s Award e Yasnaya Polyana.

Sono presenti elementi autobiografici nell’opera?

La scrittrice ha tratto ispirazione dalle storie di vita vissute dalla nonna sopravvissuta all’esilio in Siberia.

Alle storie si aggiunge la raccolta di materiale a riguardo.

Ciò ha fatto sì che Guzel’ Jachina decidesse di scrivere Zuleika apre gli occhi in cui vengono narrati attraverso gli occhi di una giovane musulmana che mentalmente vive in una fiaba tatara, i dettagli della vita sovietica a partire dagli anni ’30 quando Stalin ordinò la deportazione di massa dei kulaki.

Il libro sta avendo successo?

Sicuramente si tratta di un grande successo in via di traduzione in ventiquattro lingue. Per i lettori di lingua inglese il romanzo è stato tradotto da Lisa Hayden per Oneworld Publications. In Italia la traduttrice è Claudia Zonghetti, la casa editrice fiorentina è Salani, quella che ha lanciato in Italia la serie di Harry Potter diJ. K. Rowling.

E’ stato girato un film?

Il 13 aprile 2020 per la regia di Yegor Anashkin è andato in onda sull’emittente televisiva russa Poccия 1 il primo degli otto episodi dell’omonima della serie.

Nella serie, il cui ruolo principale è interpretato da Chulpan Khamatova, appaiono anche Elena Shevchenko, Julia Peresild, Sergey Makovetsky, Roman Madyanov, Evgeny Morozov, Alexander Bashirov, Rosa Khairullina, Ramil Sabitov e altri artisti.

C’è qualche caratteristica particolare nello stile? La critica come si esprime in merito al romanzo?

La potenza narrativa è aumentata dalla peculiarità del linguaggio utilizzato dove vengono inserite numerose parole tartare il cui significato si capisce dal contesto della frase, nonostante la presenza di un glossario.  Come per ogni opera letteraria di successo vi sono pensieri contrastanti, ad esempio, Klara Baltina ha definito Jachina come una delle “figure letterarie allevate artificialmente e incoraggiate favorevolmente”. “Il linguaggio del romanzo nella prima metà è francamente primitivo. L’autrice non scrive, ma semplicemente racconta nuovamente la trama, il testo stesso non cattura. L’autrice chiaramente non ha quello che di solito viene chiamato stile dell’autore.”

L’intento della scrittrice è quello di saper creare emozioni nel lettore attraverso la sua scrittura.

Lo scrittore Yuri Polyakov ha criticato il romanzo scrivendo “Ma l’autrice non se ne frega niente di arte, ha solo dovuto esprimere il suo atteggiamento negativo nei confronti dell’URSS”

Gioacchino Lanza Tomasi sottolinea nel romanzo la possibilità di riscatto umano, nonostante le condizioni di vita disperate.

Ljudmila Ulickaja scrittrice e membro del Parlamento europeo, definisce il romanzo come

«Un inno potentissimo all’amore a alla tenerezza anche all’inferno »  

Mi piace sottolineare il ruolo che una donna si sta ritagliando nella letteratura. Inoltre ritengo

interessante poter conoscere punta di vista della critica diversi,

rispettarli e confrontarli.  Il premio Nobel per la letteratura di Agrigento, Luigi Pirandello direbbe: Così è se vi pare.

 Come per ogni libro il lettore si farà una sua opinione a seconda della sua punteggiatura. Ciò che più mi affascina è l’assaporare il valore della libertà di pensiero, il saper cogliere le sfumature della letteratura che apre le menti e soprattutto poter affermare

“Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo» come ci ha insegnato la scrittrice e biografa britannica Evelyn Beatrice Hall.

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