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Marcia contro le trivelle

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Trivellazioni nel mare di Licata, Annalisa Tardino: “Non è stata la Lega ad autorizzarle”

“Non è stata la Lega a dire si alle trivelle. Sul tema trivelle è stato indetto un referendum abrogativo tenutosi il 17 aprile 2016, per proporre l’abrogazione della norma che estende la durata delle concessioni per estrarre idrocarburi  in zone di mare (entro 12 miglia nautiche dalla costa) sino all’esaurimento della vita utile dei rispettivi giacimenti. Malgrado la netta preponderanza dei suffragi favorevoli all’abrogazione della norma, il referendum non produsse effetti poiché votò soltanto il 31,19% degli elettori residenti in Italia e all’estero. Gli italiani astenendosi dal voto hanno detto si alle trivelle”.

A scriverlo, in una nota diffusa oggi, è Annalisa Tardino, presidente del circolo della Lega di Licata, che firma il documento insieme a Massimiliano Rosselli, coordinatore provinciale della Lega.

I precedenti governi, sia regionali che nazionali, hanno portato a conclusione gli iter autorizzativi necessari affinché la trivellazione dei nostri mari andasse avanti e non certo l’attuale governo. I governi Crocetta – Musumeci- Renzi hanno detto si alle trivelle. Il governo, anzi, fuori dagli slogan da campagna elettorale, e prima ancora che si organizzassero sit – in demagogici, dalla sottoscritta è stato investito formalmente nella persona del sottosegretario dell’Interno Candiani (Lega) della problematica, rappresentata sotto il profilo del danno alla pesca che l’attività di trivellazione potrebbe comportare, dal componente della commissione agricoltura e pesca Viviani (Lega), sempre dalla parte dei pescatori ed a servizio degli stessi, impegnandosi ad adottare, ove non si riesca a bloccare le trivelle, misure compensative idonee a tutelare i notevoli interessi ambientali, patrimoniali e turistici coinvolti. I deputati locali, se veramente interessati alla tutela del territorio, dovrebbero preoccuparsi non di sciorinare slogan nelle piazze, cercando di alimentare il dissenso e ancora una volta dirottare le marinerie (rectius – i loro voti), ma di contribuire ad avanzare proposte giuridicamente realizzabili e concrete per risolvere o, quantomeno, arginare il problema”.

(Nella foto un momento della manifestazione di ieri contro le trivelle)

 

 

 

 

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