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Antonella Danile

Attualità

Smaltimento liste d’attesa, Confsanità: “Si discriminano le strutture specialistiche accreditate esterne”

“In Sicilia e di conseguenza anche nel nostro territorio agrigentino, relativamente alla pianificazione dello smaltimento delle liste d’attesa, la Regione nell’applicare le indicazioni contenute nella circolare del Ministero della Salute, ovvero smaltire le lunghe liste d’attesa, sta mettendo in atto un’azione discriminante nei confronti delle strutture specialistiche accreditate esterne, provocando disomogeneità di trattamento fra i pazienti-cittadini”.

A sostenerlo è Confasanità – Confcommercio Agrigento.

“Il Ministero chiede alle Regioni – aggiunge l’organizzazione di categoria – di abbattere le liste d’attesa e in Sicilia si fa riferimento solo alle ASP che devono comunicare le liste dei propri CUP, lasciando fuori le strutture sanitarie accreditate. Con questa azione, in Sicilia gli ambulatori privati (che garantiscono 2 prestazioni su 3 ) di certo non compaiono nei CUP provinciali, venendo oltremodo penalizzati e falsato viene lo stesso monitoraggio delle liste d’attesa”.

“Sia chiaro, la circolare ministeriale – dichiara Antonella Danile, Presidente provinciale di Confsanità – Confcommercio Agrigento – mette tutti i malati in attesa di prestazioni sullo stesso piano, perché parla di liste d’attesa in generale, cosa che invece non avviene in Sicilia, dove troviamo due corsie diverse. Nel nostro territorio ogni qualvolta si fa riferimento alle liste d’attesa ci si riferisce soltanto a quelle degli ambulatori pubblici,  tutto ciò è incomprensibile e deve, assolutamente, essere corretto. I cittadini – pazienti hanno pari diritto di cure e tale diritto deve essere al più presto ripristinato. Le liste d’attesa, che siano relative agli ambulatori pubblici che a quelli privati, devono essere messe sullo stesso piano, per rispetto, soprattutto, dei malati”.

“Tutto ciò comporterà che la stragrande maggioranza delle prestazioni in attesa di erogazione non potrà essere smaltito in tempi coerenti – conclude Antonella Danile –. E chiunque si sia rivolto alla specialistica accreditata esterna non otterrà la prestazione sanitaria prima della metà del 2024. È, oltremodo, increscioso mettere su due diversi piani i malati. La sanità siciliana non può perorare un sistema che crei pazienti di serie A e pazienti di serie B anche perché viene falsato il grado di efficienza tanto decantato dal governo nazionale e regionale. Grado di efficienza che fa riferimento e non può prescindere dall’importanza della tempestività delle cure e quindi della ricaduta sull’efficacia delle cure stesse”.

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