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Ignazio Gnoffo

Calcio

“Quelli della B”, la fascia sinistra era il suo regno: Ignazio Gnoffo sempre protagonista

Nessuno ha giocato più di lui in serie B con la maglia del Licata calcio, è il calciatore con maggiori presenze. Esterno basso di sinistra oggi, ieri era un signor terzino. Uno di quelli che l’allenatore mette in campo e non toglie più. Affidabile e con gran polmoni. Correva e rincorreva, di slancio sul fondo per mettere in mezzo dei traversoni mai banali e spesso vincenti. Era il proprietario della fascia sinistra.

Ignazio Gnoffo è iscritto di diritto sulle pagine storiche del pallone licatese ed in città è tornato a vivere quando, tra il 2006 ed il 2008, anche il figlio si veste di gialloblù: Toti Gnoffo, stesso ruolo del padre che torna a Licata e resta “adottato” dalla città con cui ha vissuto un sogno calcistico culminato con la promozione in B.

Sono sette nel complesso, le sue stagioni, tra il 1983 ed il 1990, passerà poi al Vicenza ed alla Reggina, in totale 85 presenze ed una rete tra i cadetti.

“Per me una rivincita passare al Licata e far parte della cavalcata vincente. Arrivo dalle giovanili del Palermo con cui non ho debuttato in B nonostante le due panchine nella stagione 81/82, decisi di andare in C2 a Licata con tante incognite all’inizio, non conoscevo nessuno anche se poi ho ritrovato i vecchi amici e compagni, fu un grande stimolo. I primi mesi difficili, poi con determinazione e voglia cominciammo a carburare, eravamo determinati. Abbiamo fatto tanti sacrifici ma avevamo fame e voglia di arrivare. Licata per me rappresenta un qualcosa di meraviglioso, la stagione 87/88 l’apoteosi, davvero impressionante. Ricordo che eravamo in ritiro prima della partita contro il Frosinone, a 8 chilometri da Licata ed al mattino si sentivano già i tamburi dei tifosi pronti per la partita che poi ci avrebbe consegnato la serie B, la gente arrivava da Palermo e da tutta la Sicilia per vederci giocare, questa vittoria ha fatto conoscere Licata non solo calcisticamente. Ovviamente ha fatto conoscere anche noi, un insieme di fattori positivi incastrati per un risultato che porto con me con una gioia intensa”.

Zeman e Cerantola gli allenatori che segnano il periodo, più di altri inevitabilmente: “Con il primo abbiamo iniziato, il secondo ci ha completati”.

Per Gnoffo la svolta arriva dopo una sconfitta in terra di Puglia.

“Dopo la partita persa a Brindisi, la prima di ritorno, scattò qualcosa, cominciammo secondo me a giocare in maniera più sciolta, eravamo salvi e potevamo giocare con la mente libera, fu decisivo tutto questo. Si giocava in terra battuta e tutti dicevano che sul campo in erba avremo avuto problemi, smentimmo queste opinioni, le ultime quattro partite al Liotta furono dei successi con Campobasso, Nocerina, Cagliari e ovviamente Frosinone”.

Di peso la carriera di Gnoffo che, per i più avrebbe potuto essere ancora più innalzata non solo in campo ma anche in panchina da allenatore dopo il ritiro:

“Sono contento di quanto ho fatto, non sono sceso a compromessi”. Il più forte era Schillaci e Modica migliorava ogni anno: “Maurizio Schillaci certamente era il più forte tecnicamente, giocatore di altro livello, Giacomo Modica migliorava di stagione in stagione, giocatore molto importante”.

Anche meno della metà delle gioie di quegli anni, oggi basterebbero secondo Gnoffo: “auguro di rivivere anche il 30 per 100 delle nostre gioie, Licata merita molto”. I tempi son cambiati si dirà, ma sogni e ambizioni non hanno epoche e nemmeno età.

Vincenzo Montana.

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