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Cga Palermo

Cronaca

Il Cga accoglie il ricorso: azienda di Licata potrà continuare a gestire impianto per il trattamento di rifiuti speciali

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo ha accolto il ricorso, perciò “la titolare dell’impianto di trattamento di rifiuti speciali sito a Licata potrà continuare la propria attività, secondo le indicazioni della Procura della Repubblica di Agrigento e sulla base delle autorizzazioni ottenute in sede penale”.

Ad annunciarlo è stato l’avvocato Girolamo Rubino che, insieme al collega Vincenzo Airò, si è rivolto al Cga.

“L’assessorato regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità – scrive Rubino – a seguito dell’intervenuto sequestro penale di un impianto di trattamento di rifiuti speciali sito a Licata, ha disposto la sospensione dell’autorizzazione regionale fino alla durata del sequestro. Il titolare dell’impianto, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Vincenzo Airò, ha proposto ricorso innanzi al Giudice Amministrativo rilevando, con il provvedimento di sospensione dell’autorizzazione regionale, in pendenza di sequestro, fosse stato adottato in violazione della causa tipica e sulla scorta di un’istruttoria errata. In particolare i legali hanno chiarito che la normativa di riferimento prevede una procedura sanzionatoria amministrativa del tutto indipendente da quella penale prevista dal titolo VI della parte quarta del T.U. Ambiente e non è prevista  un’ipotesi di sospensione automatica delle autorizzazioni in ragione di un provvedimento di sequestro penale”.

“In accoglimento delle tesi degli avvocati Rubino e Airò, il CGA – si legge ancora nella nota – ha accolto la domanda cautelare ritenendo che: <<Essendo, in atto, la struttura oggetto esclusivo degli accertamenti della competente Procura della Repubblica, le esigenze cautelari possono essere tutelate consentendo a parte ricorrente di svolgere la propria attività nei i limiti imposti dal provvedimento di sequestro adottato dal Pubblico ministero e secondo le indicazioni che verranno impartite dalla Procura della Repubblica. A tal fine i provvedimenti impugnati devono, nelle more, essere sospesi fino a

quando perduri il sequestro disposto in sede penale. All’esito di un eventuale dissequestro la competente P.A. nell’ambito delle materie

di propria competenza ed in forza della propria discrezionalità, valuterà se permangono profili tali da adottare atti inibitori, fondati su autonome esigenze>>”.

“Per effetto del pronunciamento del CGA, la ditta titolare dell’impianto sito a Licata – conclude l’avvocato Rubino – potrà continuare la propria attività secondo le indicazioni della Procura della Repubblica e sulla base delle autorizzazioni ottenute in sede penale”.

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