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Lido Sorriso

Storie

I proprietari: “Nessun ecomostro, lo storico Lido Sorriso non è mai stato abusivo”

I proprietari del Lido Sorriso, storico locale di contrada Falconara, in territorio di Butera ma che è sempre stato considerato “licatese”, luogo di ritrovo di tante generazioni di giovani che a partire dagli anni ’60 hanno trascorso giornate intere sulla spiaggia e le sere a ballare nella discoteca, hanno diffuso una nota per dire la loro sulle vicende che hanno riguardato, di recente, lo stabilimento, demolito ormai qualche anno fa.

Vi proponiamo la lettera che abbiamo ricevuto dalla proprietaria del lido, Giuseppina Incorvaia Sorriso:

“Sono Giuseppina Incorvaia Sorriso e Le scrivo per esternare il grande senso di “impotenza” di fronte a una farraginosa, lenta e non sempre comprensibile macchina dei poteri istituzionali, e perché voglia prendere in considerazione il caso oggetto di questa lettera, che coinvolge me e la mia famiglia in quanto legittimi proprietari di un bene che, edificato su terreno di proprietà acquistata dal Barone Chiaramonte Bordonaro, oggi paradossalmente qualcuno dichiara essere proprietà della Regione siciliana La storia, unica nel suo genere, riguarda la struttura balneare denominata “Lido Sorriso” regolarmente costruito nel 1957, quando per edificare fuori dai centri urbani non era necessaria alcuna licenza edilizia, in località Falconara, frazione del Comune di Butera, in provincia di Caltanissetta, su terreno di mq 5.700, di cui di proprietà Sorriso mq 4.548, demaniale una piccola porzione di mq 1.152, per la quale porzione di suolo demaniale ai proprietari era richiesto e i proprietari pagavano regolarmente i canoni di concessione, almeno fino a quando è stata data loro la possibilità di farlo. Gent.mo Direttore, non mi dilungherò per raccontare una lunga, incresciosa e paradossale vicenda fatta di documenti, carte bollate, richieste a cui la lenta e farraginosa macchina dei poteri istituzionali spesso ha risposto dopo anni e anni, sentenziando che erano scaduti i tempi per dare seguito a quanto richiesto (se avessero risposto prima, i tempi della richiesta non sarebbero scaduti).

Le sembrerà strano, ma questo è ciò che si verificato, assieme a richieste di pagamenti di aumenti retrodatati per periodi di concessioni già pagate e a riferimenti normativi a leggi che erano state sostituite o integrate da altre. Non venne concessa una sanatoria, nonostante la richiesta fatta tempestivamente e il Nulla Osta della Sovrintendenza ai BB CC e AA, per un piccolo abuso fatto sulla porzione di suolo demaniale in concessione. L’abuso riguardava la sostituzione dell’originaria copertura in eternit con intelaiatura in ferro di una delle due terrazze con una struttura in laterocementizio, meno aggredibile dalla salsedine. Si, l’abuso era stato fatto, né intendo con la mia nota giustificarlo, ma a volte un abuso può essere inevitabile e, comunque, considerato che c’era già un Nulla Osta della Sovrintendenza, non si comprende perché non venne mai sanato dalla macchina dei poteri istituzionali. Fatto è che, per la mancata concessione della sanatoria, i proprietari hanno perso nel 2001 un finanziamento di ristrutturazione APPROVATO di € 2.675.065,00.

L’abuso non sanato riguardava una copertura del terrazzo su suolo demaniale: il decreto di demolizione poteva riguardare soltanto quello – e su questo ci sarebbe tanto da discutere – ma non la proprietà privata, che sì necessitava di qualche intervento di ristrutturazione che, ripeto, i proprietari avrebbero voluto ma non hanno potuto fare, e che non era certo un pericolo pubblico, che inoltre i proprietari avevano recintato. Il danno ambientale che quella demolizione comportò fu immane.

Nella conferenza di servizio, dove quel terreno DI NOSTRA PROPRIETÀ veniva incomprensibilmente destinato a terreno agricolo, i proprietari non siamo stati convocati. Perché?

Tutto ciò che molto brevemente sto raccontando, Direttore, naturalmente è documentato e consultabile da chi abbia titolo e legittimità per farlo. I proprietari abbiamo per anni chiesto, controbattuto, denunciato, subìto anche sentenze negative, a suon di avvocati e carte bollate, fino a quando, stanchi di lottare, obtorto collo, ci eravamo quasi rassegnati a vedere il nostro terreno ridotto a un cumulo di macerie, le nostre macerie, mentre nel contempo abbiamo dovuto leggere sui social e su alcuni giornali affermazioni improprie e diffamanti su un “ecomostro” abusivo , su un “atavico scempio” che ha deturpato una bellissima spiaggia. Soltanto chi non conosce le vicende e la storia può appellarsi a simili ingiuste e deprecabili definizioni, riferite a un posto che, regolarmente edificato e dotato di tutte le regolari licenze (bar, albergo, ristorante) per ben 3 decenni, fino agli anni ’90 è stato legalmente funzionante, meta turistica di rispettabilissime famiglie dell’agrigentino, del nisseno e dell’ennese, ha dato lavoro a centinaia di persone.

Forse sarebbe bene definirlo “storico”, visto che a inaugurarlo furono autorità del mondo istituzionale e politico della regione Sicilia, che ospitò personaggi famosi del mondo dello spettacolo e del cinema, che ha dato lustro al turismo di tre provincie e le cui foto – forse fatto meno importante ma certo significativo – apparivano in cartoline che hanno fatto storia. Eppure, ripeto, eravamo quasi rassegnati, ma, di fronte a ciò che sta accadendo adesso, non POSSIAMO né VOGLIAMO rimanere in silenzio, QUESTA VOLTA LA GIUSTIZIA LA PRETENDIAMO: è stata rilasciata licenza di edificare un Beach club su terreno di nostra proprietà. Dopo più di un anno dalla scoperta – ahimè questo è paradossalmente accaduto!! – che la Regione ritiene sua un’area acquistata 60 anni fa dagli attuali e legittimi proprietari in possesso di tutti i documenti che attestano la proprietà privata, e dalla nostra denuncia alla procura, non ci è stata ancora comunicata alcuna notizia, mentre i lavori SULLA NOSTRA PROPRIETÀ continuano. Tutto questo è inaccettabile e costituisce grave violazione dei nostri diritti”.

(In copertina una vecchia foto del Lido Sorriso)

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