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Calcio

“Quelli della B”, Pino Irrera: “Ho girato tanto, ma il mio cuore è rimasto a Licata”

Pino Irrera, tre stagioni a Licata ed una quarta, l’anno del debutto in serie B, fino a novembre, quando passa al Modena. E’ il classico giocatore che molti allenatori vorrebbero, se gioca si vede ed anche bene, se non dovesse farlo, siede  in panchina con lo spirito di chi è al servizio del collettivo, uomo squadra.

Non un estroverso, ma sapeva amalgamare. Oggi è osservatore per Sicilia e Calabria dell’under 15 e 19 della Fiorentina, ha avuto esperienze a fianco di tecnici importanti e blasonati, in serie A ma, quando gli dici “ci racconti del Licata”, a farlo è quel ragazzo di fine anni ottanta che realizzò un sogno, quasi impensabile facendo parlare di questa cittadina marinara del sud della Sicilia, che tutti in Italia, impararono a conoscere ed apprezzare anche e soprattutto con la gloriosa squadra di calcio.

Viene notato da Zeman Irrera ma “non è uno dei suoi ragazzi”, non proviene dalla  primavera rosanero ma gioca, in  quella che oggi è la serie D, un Villafranca-Gela con la maglia dei padroni di casa sul campo neutro proprio di Licata. La squadra gialloblù siede in tribuna per vedere la gara con in testa mister Zeman che vede Irrera appuntandolo sul libretto di chi, avrebbe voluto arruolare tra i propri giocatori. Pino Irrera scopre solo dopo dell’interesse, sbarca in riva al Salso nell’estate del 1985, serie C1.

In quella stagione apre le danze, segna di testa la prima rete stagionale in quello storico 10-0 in coppa Italia contro un Akragas comunque rimaneggiato.

“Sono arrivato col volere di Zeman, mi ricordo l’approdo insieme a gente come Miranda e Modica, eravamo in C1, iniziarono le basi per la grande cavalcata. E già dal ritiro cambiai ruolo per necessità”.

Pino Irrera non nasce terzino,  ma diventa arruolato in quella posizione per l’infortunio di Gnoffo. Ha gamba, qualità negli ultimi sedici metri e piede chirurgico tanto da battere i calci di rigore, quasi in esclusiva prima dell’arrivo di La Rosa. Suo il tiro dal dischetto decisivo nell’uno a zero contro il Cosenza, sua anche la doppietta dagli undici metri contro la forte e blasonata Lazio in amichevole, 2-2 il finale.

“Ho cominciato a giocare esterno per l’infortunio di Gnoffo già dal ritiro precampionato, facevo il terzino adattato, diciamo con propensione ad andare avanti, spingevo ecco, mi piaceva. Calciavo i rigori, i due segnati contro la Lazio sono un felice ricordo, prima che arrivasse La Rosa, ero io il rigorista della squadra”.

Vince il campionato di C1 con la promozione in B, prima di passare nel mercato di novembre al Modena e salutare Licata. Irrera è anche sfortunato, arriva tardi nel professionismo e smette presto, i diversi guai fisici lo costringono a dire basta poco più che trentenne. Appese le scarpette, siede lungamente in panchina a grandi livelli, al fianco di allenatori di caratura, anche in serie A. Vice allenatore e collaboratore tecnico del Catania in massima serie per diverse stagioni, passa anche al Milan con la guida in panca di Montella, fa parte dello staff tecnico rossonero per un biennio. A Licata, come molti dei suoi ex compagni, torna volentieri avendo ancora diversi contatti ed amicizie.

“Seguo ancora il Licata, lo scorso anno ho visto la gare contro l’Acireale e anche quella col Paternò, spero di vederne presto delle altre”. Ha girato molto col calcio Pino Irrera, da giocatore e da allenatore, il triennio a Licata rimane scolpito nell’album dei ricordi più entusiasmanti.

Vincenzo Montana

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