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Enzo Campanella

Calcio

“Quelli della B”. Enzo Campanella, il terzino che segnava: “Che maestro Zeman!”

Castrense, per tutti Enzo Campanella, sette anni con la maglia del Licata calcio, protagonista dell’intera cavalcata cominciata dall’allora serie C2 fino ai due campionati di B.

E’ l’uomo del 2-0 al Frosinone: quando si infila tra i difensori laziali lanciato da Giacomarro, la gioia è di quelle lunghe per sempre. Il “Liotta” impazzisce di gioia e lui, il giovane Enzo, corre sotto la gradinata sommerso dall’abbraccio dei compagni, la storia è scritta con l’indelebile inchiostro di chi sa di avere inciso qualcosa destinato agli annali.

Di mestiere fa il terzino destro ma con licenza di offendere, correre e segnare quasi da ala, il calcio totale di Zeman impone una spinta costante: arrivato in città in C2 col boemo in panchina, Campanella ne diventa in campo espressione massima, ricalcandone le idee di calcio, ben chiare da subito. Ma non fu immediato amore, la fase di corteggiamento prima di trasformarsi in sentimento puro, non è  stata semplice: quelli che poi sarebbero diventati “i ragazzi della B”, sbarcano in città con la valigia piena di sogni e la voglia di prendersi la gloria, ma cominciano ad offuscare la luce dei predecessori, gente come Amato, Zappulla, Scifo, protagonisti a loro volta della cavalcata dalla prima categoria alla C2. Con gli anni, il ricambio si impone e, con qualche stento in principio, comincia la favola serie B.

“Arrivo in C2 a Licata, con Zeman in panchina, all’inizio non è stato semplicissimo: calciatori come Zappulla, Amato, Scifo e altri, avevano portato la squadra dalla prima categoria alla C2, quando siamo arrivati noi giovani per essere accettati non è stato immediato, ma poi soprattutto dal secondo anno di C2 quando si è vinto il campionato, fu l’inizio di tutto. Io nasco terzino destro ma con Zeman dovevi saper attaccare ed essere un giocatore totale, l’anno della promozione in B feci cinque reti, tra cui la più importante, il 2-0 al Frosinone nella partita decisiva, dopo che nel primo tempo aveva sbloccato La Rosa, sono attimi indescrivibili che ricordo ancora oggi con enorme emozione, meraviglioso momento. Abbiamo contributo a far conoscere in quegli anni l’intera città di Licata in tutta Italia attraverso il calcio”.

Campanella conta 54 presenze con una rete in serie B con la maglia del Licata ma il primo anno di cadetteria non fu rose e fiori:

“Dopo la trasferta di Empoli, purtroppo mi son dovuto fermare per un infortunio, subendo un intervento al ginocchio destro per problemi di legamenti, saltai quasi tutto il girone di andata, un campionato per la squadra, iniziato benissimo. Alla decima giornata eravamo al vertice della classifica insieme a squadre come Bari e Parma dove abbiamo vinto 3-0, poi ebbe inizio la fase calante ma facemmo comunque un torneo di serie B molto buono”.

I ricordi vanno a quei compagni ed al gruppo granitico che, ancora oggi, rimane molto legato con svariate occasioni organizzate per incontrarsi:

“Gruppo unico e fantastico, con molti dei miei ex compagni mi rivedo spesso, torno frequentemente anche a Licata dagli amici e colleghi tecnici Antonio Mulè e Tonino Pinto”.

Tra gli ex compagni, menzione per Maurizio Schillaci,

“Era fortissimo, davvero un giocatore straordinario, aveva tutto per una carriera enorme di alto livello, ci siamo rivisti alla presentazione del libro di Zeman a Palermo, il mister ha voluto la nostra presenza di quel Licata magico”.

Sembra irripetibile una favola simile, eppure per Enzo Campanella, non è proprio così, il Licata potrebbe anche rivivere le gioie di quegli anni:

“Ha tutto, una piazza importante, una società strutturata bene, uno stadio che stanno ristrutturando, nulla è impossibile, costruendo potrebbero tornare belle favole come la nostra”.

Vincenzo Montana

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