Seguici sui social
Il 119 e la polizia sul luogo del delitto Marzullo

Cronaca

Omicidio Marzullo, per la polizia a sparare ed uccidere è stato il nipote diciottenne della vittima

Oggi, già nel corso della mattinata, secondo indiscrezioni che circolavano con insistenza, erano ad una svolta le indagini sull’omicidio di Giacinto Marzullo, l’agricoltore licatese di 52 anni ucciso ieri pomeriggio nel suo terreno di contrada Ritornella Margi.

Nel pomeriggio è arrivata la conferma degli investigatori: a sparare a Giacinto Marzullo, uccidendolo, sarebbe stato il nipote Giuseppe Volpe, di 18 anni, figlio di una sorella della vittima dell’omicidio. Secondo la polizia di Licata e la squadra mobile di Agrigento, che hanno operato coordinate dal sostituto procuratore Carlo Cinque, mamma e figlio nel pomeriggio di ieri sarebbero andati a trovare il congiunto in campagna, pare per discutere di una questione economica. La discussione sarebbe degenerata ed il ragazzo avrebbe sparato contro lo zio, uccidendolo. Pochi minuti dopo una telefonata anonima è arrivata alla sala operativa del 118. Si chiedeva aiuto per un uomo riverso a terra, in una pozza di sangue. A fare quella telefonata sarebbe stata la sorella di Giacinto Marzullo, madre di Giuseppe Volpe.

Il ragazzo, interrogato nel corso della notte, ad un certo punto avrebbe confessato tutto, ed avrebbe fatto ritrovare alla polizia la pistola usata per il delitto, gettata in un canalone di scolo a poche decine di metri dal luogo in cui Marzullo era stato assassinato. Giuseppe Volpe è stato rinchiuso nel carcere di contrada Petrusa, ad Agrigento, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Intanto lunedì sarà eseguita l’autopsia sul corpo dell’ucciso. 

Pubblicità

Di più in Cronaca