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Madonna Addolorata

Attualità

L’Addolorata ha recuperato i colori originali, domani una preghiera comunitaria da casa

Il venerdì che precede quello di Passione si celebra la Madonna Addolorata. A Licata, questo è noto, da secoli in questo giorno la gente scende in piazza per partecipare alla processione della Vergine custodita nel santuario di Sant’Agostino. La partecipazione è straordinaria, considerata la grande devozione della cittadinanza nei confronti dell’Addolorata.

A causa dell’emergenza Coronavirus, però, quest’anno la processione non ci sarà. Allora tutti i licatesi sono stati inviati ad unirsi in preghiera nello stesso momento, ognuno nella propria abitazione, alle 10 di domani 3 marzo, l’ora in cui ogni anno viene celebrata la messa che precede la processione.

Ad annunciare l’iniziativa è stato Angelo Vincenti, componente la Confraternita della Madonna Addolorata, già vice sindaco di Licata.

Si pregherà soprattutto “per tutti coloro che rischiano ogni giorno la loro vita per garantire la sopravvivenza di altri fratelli e sorelle, per chi di sente oggi solo, per i più deboli e per tutti coloro che si sono ammalati”.

Ma c’è, nelle celebrazioni di quest’anno, un altro fatto importante. La statua della Madonna Addolorata è stata restaurata, si trova ancora a Catania perché in questo periodo il viaggio di ritorno non è consentito, ed ha recuperato i “colori” di un tempo. La veste rossa ed il mantello azzurro.

E’ lo stesso Angelo Vincenti ad illustrare i dettagli del restauro, appena ultimato,  

“La sera del 30 gennaio, dopo un breve ma sentita preghiera a Maria SS Addolorata, piano piano – racconta Vincenti – la sacra immagine veniva appoggiata sull’altare, così come avveniva per la tradizionale “scinnuta” per poi essere posizionata all’ingresso del Santuario, tutto in religioso silenzio. Di lì a poche ore sarebbe avvenuto il trasferimento verso i laboratori Calvagna per un intervento di consolidamento e di restauro della sacra immagine dell’Addolorata che da alcuni anni mostrava crepe e macchie cromatiche. La mattina del 31 gennaio, così come previsto, alla presenza del parroco don Angelo Fraccica e della dottoressa Domenica Brancato dell’ufficio Beni Culturali ed Ecclesiali di Agrigento, la Madonna Addolorata veniva caricata su un mezzo adeguato della ditta e grazie anche alla presenza di alcuni confrati, iniziava il suo viaggio in provincia di Catania”. 

“Tutto avveniva – aggiunge Angelo Vincenti – quando non era ancora scattata l’emergenza sanitaria a causa del Coronavirus che di lì a poco avrebbe cambiato la vita di tutti noi. Doveva essere una grande festa per il ritorno della Madre Santa a Licata, ma purtroppo gli eventi sono precipitati e i decreti emessi dal governo, non hanno permesso il suo arrivo nella nostra città, ma la confraternita Maria SS Addolorata insieme all’assistente spirituale padre Fraccica, ha deciso di condividere comunque con il popolo di Dio un momento straordinario e pertanto in occasione del venerdì dell’Addolorata rendere pubblica l’immagine restaurata di Maria Santissima con i colori originali a cui tutti eravamo affezionati. Un immagine straordinariamente bella ed è emozionante rivederla così come nel passato, anche l’espressione del viso è ritornato a essere quello di un tempo, compassionevole e amorevole”. 

“Tutto questo è stato possibile – conclude Vincenti – grazie all’interessamento e all’impegno di tanti. A iniziare dalla confraternita Maria SS Addolorata che ha finanziato totalmente i lavori di restauro dopo una lunga serie di adempimenti, dove il governatore Franco Cosentino insieme a tutto il direttivo, sollecitato dall’assemblea dei confrati, ha lavorato incessantemente per diversi mesi. Un grazie per l’attenzione dimostrata a don Giuseppe Pontillo e alla dottoressa Domenica Brancato dell’ufficio Beni Culturali ed Ecclesiali di Agrigento. Grazie alla dottoressa Calogera Ferlisi soprintendente ai beni culturali di Agrigento per il suo interessamento e la sua disponibilità. E per finire un grazie particolare a padre Angelo Fraccica e al vice parroco Salvatore Cardella per aver permesso che le pratiche di restauro andassero regolarmente in porto”.

(Foto Angelo Vincenti) 

 

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