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Il cardinale Montenegro al Carmine

Attualità

La Curia vara la “Fase 2”: “Chiese aperte fino alle 12 per le preghiere personali, niente funerali”

Francesco Montenegro, arcivescovo metropolita di Agrigento, vara la fase 2 della chiesa nella nostra provincia.

Il cardinale, di fatto, “apre” al ritorno in chiesa dei fedeli, ma soltanto per le preghiere individuali e rispettando le distanze interpersonali, ed autorizza la celebrazione di matrimoni, ma senza invitati.

Le scelte, ovviamente, sono state fatte dopo che il pastore della chiesa agrigentina si è consultato con la Conferenza episcopale italiana.

Ecco cosa ha stabilito monsignor Montenegro:

Le chiese possono restare aperte fino alle 12 per la preghiera personale dei fedeli, ma solo a condizione che sia sempre presente il parroco o un altro presbitero, che vengano mantenute le distanze interpersonali. I devoti, inoltre, devono raggiungere il luogo di culto più vicino alla propria abitazione.

“Sino alla scadenza della proroga, è consentita – ha stabilito il cardinale Montenegro – ai presbiteri la celebrazione della messa a porte chiuse e senza concorso di popolo, facendo anche uso dei mezzi di comunicazione sociale, secondo gli orientamenti dati per la Settimana Santa. Pertanto possono essere presenti: accanto al celebrante, un diacono, un ministro all’altare, un organista, un lettore ed eventualmente due operatori per la trasmissione. Al di fuori di queste persone chiamate a compiere un preciso servizio, nessun’altra persona può essere ammessa”.

Matrimoni: “Le celebrazioni dei matrimoni non sono vietate, ma subiscono una limitazione nella partecipazione dei fedeli. Sino alla scadenza della proroga, il rito del matrimonio si può celebrare alla sola presenza del celebrante, dei nubendi e dei testimoni”. Battesimo: “Per il battesimo, come per gli altri sacramenti e sacramentali, sono confermate le disposizioni date dalla Segreteria Generale della CEI, con lettera del 17 marzo 2020. Nelle circostanze in cui l’amministrazione del Battesimo non può essere differita in data successiva alla cessazione dell’emergenza sanitaria (per esempio, nel caso di bambini con malattie che li espongono a pericolo di vita), questa avvenga secondo le modalità in uso nel rito romano. Si tenga conto delle seguenti indicazioni: a) il ministro mantenga un’opportuna distanza dal battezzando e dai genitori e padrini; b) per le unzioni con l’olio dei catecumeni e il sacro crisma, il ministro indossi guanti monouso in vinile o nitrile; c) si omettano il segno della croce sulla fronte del bambino nei riti di accoglienza e il rito dell’effatà in quelli esplicativi; d) in casi di particolare urgenza o emergenza, si consideri
la possibilità del rito abbreviato (cfr. Rito per il battesimo dei bambini, ed. it. 1979, Cap. III). Sono ammessi alla celebrazione: il celebrante, i genitori con il bambino da battezzare ed eventuali altri figli e i padrini. Non sono assolutamente ammessi parenti”.

Per quanto riguarda i funerali, continua ad essere vietata la celebrazione in chiesa. Il sacerdote può recarsi in forma privata al cimitero, dove può celebrare un breve rito della sepoltura, come previsto dal Rituale per le esequie senza celebrazione della messa. Durante le esequie al cimitero i presenti devono rispettare la distanza di almeno un metro imposto dalla normativa. Sono sospesi i cortei funebri a piedi, sia dalla casa sia verso il cimitero. Al termine dell’emergenza sarà concordata con la famiglia una messa esequiale”.

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