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Il PD di Licata rompe gli indugi: “Presenteremo una lista per il consiglio comunale”

Cinque anni fa il Partito Democratico di Licata non presentò alcuna lista per concorrere all’elezione di sindaco e consiglio comunale, alle prossime invece si.

Il coordinamento cittadino del PD, con una nota diffusa da Massimo Ingiaimo, ha annunciato “la volontà di presentare, alle prossime elezioni amministrative, una propria lista di candidati al consiglio comunale”.

E’ stato deciso “al termine – scrive il PD – di una partecipata riunione di partito, che ha visto la presenza dell’onorevole Giovanna Iacono e del segretario provinciale Simone Di Paola”.

“Da tutti è stata sentita la necessità – aggiungono i democratici – di proporre all’attenzione della città e di inserire nel dibattito politico, taluni temi di cui poco o nulla si parla, nonostante la loro non secondaria importanza per la vita della nostra comunità. Riteniamo, infatti, che la presenza all’interno del prossimo consiglio comunale di rappresentati del PD possa tenere accese le luci su quelle situazioni di grande disagio che condizionano, anche indirettamente, la vita di ciascun licatese. Fermo restando l’impegno da parte del PD sui temi di più ampia discussione pubblica (rifiuti, dissesto finanziario, tributi, organico del comune, etc.), riteniamo che a Licata sia necessario affrontare, con carattere di urgenza, anche altri temi”.

Il PD propone cinque punti, eccoli:

Lotta alla povertà. E’ prioritario mettere in atto misure concrete per combattere un fenomeno sempre più rilevante. Occorre una mappatura del territorio che vada oltre la burocrazia dei servizi sociali e il mero pagamento del reddito di cittadinanza. Bisogna coinvolgere i soggetti che, nella nostra città, attivamente e ogni giorno si confrontano con tale realtà: chiesa, volontariato e associazioni no-profit. Il Comune deve, insieme a loro, cercare e trovare soluzioni che facciano sentire le famiglie in difficoltà non abbandonate al loro destino ma sostenute e accompagnate. E’, inoltre, importante coinvolgere in attività di pubblica utilità i percettori del RdC per dare loro dignità e ottenerne comunque un servizio utile per la città.

Patti Educativi di Comunità. In una società nella quale esistono varie forme di disagio e malessere, la scuola è il fondamento della comunità e, tuttavia, se lasciata sola in questo difficile processo, pur con il massimo impegno non sempre riesce a raggiungere i risultati auspicati. Per questo la compartecipazione di soggetti pubblici e privati al progetto educativo dei cittadini è uno strumento riconosciuto – e sostenuto economicamente – dal Ministero dell’Istruzione attraverso, appunto, la realizzazione dei PEC – Patti Educativi di Comunità, cui il Comune deve convintamente aderire. Lotta alle disuguaglianze. Immigrazione ed accoglienza sono concetti che non possono declinarsi in maniera disgiunta. L’economia licatese, fondamentalmente agricola, si basa sempre di più sul lavoro degli immigrati, ma senza che a ciò sia seguìto un reale processo di integrazione sociale, con la conseguente formazione di sacche sempre maggiori di degrado culturale e disagio, razzismo e sfruttamento. In una società sempre più intollerante e sempre meno umana, inoltre, anche la disabilità diventa spesso ragione di discriminazione. Il ruolo del Comune resta fondamentale per capacità di lettura del territorio, di interfaccia con le altre Istituzioni e di intervento diretto in un’ottica di sicurezza da una parte e lotta all’emarginazione dall’altra.

Sostegno al settore agricolo. Sostenere il settore agricolo, nell’ottica della sostenibilità e di una visione aperta al futuro, equivale a dare al nostro territorio sicure possibilità di ripresa sociale ed economica. Affrontare i temi connessi a questo settore – distribuzione e costi dell’acqua, formazione del prezzo, promozione e commercializzazione dei prodotti agroalimentari – è dovere di un’amministrazione che voglia essere al fianco degli agricoltori, intercettando risorse e appoggiando battaglie per la tutela e la salvaguardia delle produzioni tipiche.

Sviluppo urbanistico. Bisogna ripensare al territorio licatese, alle sue infrastrutture ed alle sue potenzialità, in un’ottica di sviluppo sostenibile della sua urbanistica. Licata non può più permettersi nuova cubatura residenziale: 100.000 alloggi a fronte di una popolazione residente ufficiale di 37.000 persone, ma reale di appena 25.000, descrivono una situazione in cui autorizzare nuova edilizia residenziale comporta solo abbandono e crollo del valore del centro storico (tra i più estesi della Sicilia). L’esperienza del 110% insegna che si crea sviluppo economico più con il recupero che con la nuova edificazione, mentre la valorizzazione dei centri storici è ovunque il volano per lo sviluppo turistico delle città. E nella stessa ottica va affrontato il difficile tema dell’Abusivismo: la Legge fa il suo corso, ma si deve passare dall’ottica degli abbattimenti al recupero pianificato del territorio, in cui i lotti di terreno ormai vuoti rappresentano oggi ferite di abbandono e macerie in contesti di residenza o, più spesso, di villeggiatura”.

“Sono questi i primi cinque punti su cui vogliamo tenere alta l’attenzione, e per cui riteniamo necessaria – conclude il PD – la presenza di una sinistra moderna, capace di intercettare i bisogni dei cittadini, di governo all’interno dell’assise cittadina. A partire da questi punti vorremmo caratterizzare la nostra azione politica, chiamare all’impegno quel pezzo di società che si riconosce nei valori di libertà, solidarietà, di giustizia, di uguaglianza, che da sempre caratterizzano la sinistra. Non escludiamo di mettere in campo una candidatura alla carica di sindaco, capace di interpretare questi valori, ben consapevoli di avere all’interno del partito licatese figure di spessore capace di assumere su di sé tale difficile compito, ma prima vorremmo partire da un confronto sui temi, da una chiamata all’impegno”.

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