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Festa a Palma, i Biscotti Ricci delle Benedettine diventano Eredità Immateriali di Sicilia

I “Biscotti Ricci” del Monastero delle Benedettine di Palma di Montechiaro entrano a far parte nel “Registro delle Eredità Immateriali di Sicilia”.

Lo ha annunciato Vincenzo Rinaldi, soprintendente ai Beni Culturali di Agrigento, che ha manifestato soddisfazione per il risultato ottenuto.

“La Commissione regionale Eredità Immateriali ha infatti accolto – scrive Rinaldi – la richiesta di iscrizione della centenaria attività oggetto di studio, considerata la lunga tradizione della manifattura dolciaria attestata da innumerevoli fonti letterarie e storiche. L’antica tradizione dolciaria dei rinomati mandorlati conventuali, delle suore benedettine del Santissimo Rosario di Palma di Montechiaro, assume una valenza storico-identitaria del territorio e delle vicende connesse alla sua fondazione e allo sviluppo della città”.

“La prelibatezza di questi prodotti dolciari artigianali, come i famosi biscotti ricci, i bocconetti, le cassatine di pasta reale, preparate con cedro dei giardini delle terre del gattopardo, le ciambelle all’uovo, il pan di Spagna ricoperto da glassa e zucchero insaporito da aromi e tante altre specialità, costituiscono – aggiunge Rinaldi – un tripudio di bontà, di dolcezza e di colori creati dalle sapienti mani delle superstiti monache; mandorlati, questi, citati e magnificati dalle parole del Principe di Salina nel celeberrimo romanzo storico Il Gattopardo, opera straordinaria frutto della verve letteraria dello scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che ha contribuito alla conoscenza e alla diffusione della città di Palma di Montechiaro nel mondo”.

Rinaldi, dopo aver fatto riferimento a Il Gattopardo, racconta la preparazione dei dolci e parla della famosa “Ruota”. All’ingresso del monastero, considerato che le suore sono di clausura e non possono mostrarsi se non dietro una grata, c’è una ruota di legno: qui, dopo che coloro i quali arrivano al Monastero li hanno ordinati, vengono messi i dolci, e nello stesso modo avviene il pagamento.

“L’iter amministrativo, supportato da una accurata indagine sul campo e da un approfondito studio delle fonti documentarie, è stato portato avanti – conclude la Soprintendenza –  dagli etnoantropologi Maria La Matina e Giacomo Lipari, coordinati dall’architetto Giovanni Crisostomo Nucera, Dirigente della Sezione per i Beni Architettonici, Storico-Artistici, Paesaggistici e Demoetnoantropologici”.

(Foto Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali Agrigento FB)

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