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Una ricostruzione della bomba trovata alla Rocca

Attualità

Ecco come era, nella seconda guerra mondiale, la bomba rinvenuta nel mare della Rocca

“Un divergente per sistema di dragaggio antimine in corsa” in dotazione alle Unità Cacciamine Marina Militare attive nel secondo dopoguerra, (ormai non più esistenti)”.

Ecco cos’era il residuato bellico rinvenuto una decina di giorni fa nel mare della Rocca e messo in sicurezza ieri dai palombari del Gruppo operativo subacquei dello Sdai di stanza ad Augusta. A confermarlo è stato il tenente di vascello Giuseppe Maggio, comandante della guardia costiera di Licata.

“Per l’oggetto in ferro (ormai solo una carcassa di metallo) non occorre più alcun brillamento e/o spostamento in acque più profonde, ed è stato nuovamente delimitato – si legge nel comunicato stampa del Circomare – con gavitelli in mare e segnalato in spiaggia con appositi cartelli a beneficio dei bagnanti che possono malauguratamente inciamparvi, ma non vi è più alcun pericolo né per gli stessi, né per i residenti della zona limitrofa”.

“Si confida – si legge ancora nella nota – che le prossime mareggiate possano renderlo nuovamente più visibile per una successiva e più semplice operazione di recupero, così da permetterne l’eventuale esposizione, quale reperto storico subacqueo, al Museo del Mare di Licata. Si ribadisce il massimo impegno e la continua presenza della Guardia Costiera di Licata in ambito costiero, sia in mare che nelle aree demaniali di competenza, per la massima tutela della pubblica incolumità, sensibilizzando ogni utente del mare al pieno rispetto delle regole e delle disposizioni che vengono impartite dall’Autorità Marittima al fine di prevenire possibili pericoli e gravi incidenti”.

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