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Diossina, i valori tornano nella norma, ma Arpa avverte: “I rifiuti combusti sono pericolosi, bisogna portarli via”

Arpa ha reso noti i risultati dei campionamenti sull’aria di Licata, dopo l’incendio dell’impianto di stoccaggio dei rifiuti del 20 gennaio scorso, eseguiti dal 26 al 30 gennaio.

I risultati sono confortanti, perché il valore della diossina è rientrato nella norma.

“A testa alta”, associazione guidata da Antonino Catania che dal giorno successivo al rogo ha monitorato la situazione, ha diffuso i dati di Arpa e li ha commentati.

“Arpa ha appena comunicato – scrive A testa alta – gli esiti degli accertamenti per la determinazione di policlorodibenzodiossine (PCDD) e policlorodibenzofurani (PCDF), espletati nei giorni dal 26 al 28 gennaio e dal 28 al 30 gennaio 2024, attraverso campionatori ad alto flusso posizionati nei pressi di una scuola distante circa m. 800 a sud dall’impianto di stoccaggio dei rifiuti. I dati evidenziano le seguenti concentrazioni di PCDD e PCDF: 151 fg/m3 (dal 26 al 28 gennaio) superiore rispetto al livello medio indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per gli ambienti urbani (100 fg/m3) e inferiori rispetto al limite massimo per gli ambienti urbani (300 fg/m3) e 67 fg/m3 (dal 28 al 30 gennaio). Per il giorno 25 non risultano effettuati campionamenti”.

I risultati di Arpa sono riferiti ad una colonnina sistemata sul tetto di una scuola posta ad 800 metri dal luogo dell’incendio e sono, lo ripetiamo, incoraggianti.

“Sulla base dei dati sinora acquisiti, dunque, le diossine – aggiungeA testa alta – hanno raggiunto — nei tre giorni del 22, 23 e 24 e nelle due zone distanti 100 e 150 metri dal rogo — valori pericolosi, anche 5000 volte più alti (499.749 fg/m3) del valore medio indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità mentre, nei giorni dal 26 al 30 gennaio, nella zona distante 800 metri dall’impianto, valori nei limiti”.

Ma ci sono ulteriori novità.

“Arpa comunica – aggiunge l’associazione – che, in data 02/02/2024, ha prelevato nove campioni di top soil, già inviati al laboratorio ARPA Sicilia di Palermo, al fine di valutare la ricaduta al suolo degli inquinanti e che, precedentemente, sono stati prelevati campioni di acqua da una caditoia dell’impianto e dal fiume Salso a monte e a valle dell’impianto. Nei prossimi giorni verranno prelevati ulteriori campioni di top soil”.

Nella nota che è stata inviata a tutti gli enti competenti, Arpa rileva inoltre che “appare necessario rappresentare che sul pavimento dell’impianto permane – scrive Arpa – un grosso cumulo (dimensioni circa m. 85 x 12 x 3) di rifiuti parzialmente combusti completamente scoperti. Oltre ad essere soggetti a possibili fenomeni di ulteriore combustione, detti rifiuti rischiano di venire a contatto con gli agenti atmosferici. Pertanto, si ritiene necessario che la ditta e gli enti competenti attuino nel più breve tempo possibile le misure idonee a scongiurare tali evenienze”.

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