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Papa Prevost

Il parere di...

Come guiderà la Chiesa Papa Leone XIV? Ecco le riflessioni di Vincenzo Scuderi

Vincenzo Scuderi, docente e saggista, ha scritto delle riflessioni sul nuovo Pontefice, Papa Leone XIV. Ve le proponiamo volentieri:

“Il pontificato di Papa Leone XIV.

Papa Leone XIV sarà un Pontefice conservatore, progressista o del compromesso? Negli accessi dibattiti di questi giorni dopo l’elezione, critici, esperti vaticanisti, teologi, eminenti porporati, talvolta concordano affermando che il nuovo Papa si muoverà sulle tracce di Papa Bergoglio, altri, dichiarano il contrario.

Il nuovo eletto Leone XIV, sessantanove anni, statunitense, non potrà mai risultare come il predecessore Papa Francesco, anzi, lo differenzierà in tutto e per tutto, perché il nuovo pontefice avrà davanti una nuova realtà che sarà rielaborata e affrontata secondo una propria, personale visione o idea pastorale di Capo della Chiesa cattolica, successore della Cattedra di Pietro, tranne in quella che è la missione specifica del Vicario di Cristo in terra, guida pastorale, Sommo Pontefice, Vescovo di Roma e capo del collegio dei vescovi di tutto il mondo.

Se il buon Do avesse voluto che si continuasse la missione di Papa Francese non lo avrebbe chiamato a sé.

Papa Leone XIV non si riconoscerà nel cammino precedentemente tracciato, giacché, sin dal primo giorno della sua elezione si è già presentato dinanzi a sé il “nuovo ad venire”, le diversità di situazioni in continua evoluzione per la Chiesa, la società in trasformazione, i popoli cattolici della terra bisognosi di abbracciare il novello ministero del 267° successore di Pietro, visto e affrontato secondo un’ottica propria, senz’altro, caratteristica.

Dinamiche emergenti in trasformazione, cambiamenti, risvolti attuali, critiche, problemi storici e contemporanei, scenari mutati, superati da un giorno all’altro, che saranno approntati secondo quella che la sua ottica, la convinzione, la concezione, la visione spirituale, il progetto del cammino della Chiesa, che deve andare al passo coi tempi, vivere i tempi e accompagnare l’uomo, il credente a Cristo. Papa Leone XIV lo farà secondo quella che è la sua visione di pastore missionario, testimone del Vangelo, così come la Chiesa è, e deve essere missionaria, al servizio del popolo di Dio, nessuno escluso, soprattutto a sostegno dei più poveri, degli emarginati, dei peccatori.

La buona Novella di Cristo non va più predicata da un pulpito, dalla cattedra di Pietro, ma applicata, resa viva e vivente con l’esempio in questa nostra difficile, dura realtà sempre pronta alle contrapposizioni, soprattutto quelle più terribili approntate in seno alla chiesa stessa. Deve essere una Chiesa che va, si mette in cammino coi fedeli in Cristo.

Certo, avremo ancora, sempre nostalgia di Papa Bergoglio; ci mancherà la sua semplicità, l’umiltà, la lungimiranza, le dirette comunicazioni al popolo di Dio, agli umili, agli ultimi tra gli ultimi a cui ha reso vivo, vero, autentico, il messaggio di Cristo.

Papa Francesco ha svolto pienamente la sua missione come rivoluzionario, riformatore morale, spirituale, riportando la Chiesa alle origine semplici sulle orme del santo poverello Francesco d’Assisi attraverso messaggio cristiano della essenzialità, nonché quello spirituale della Chiesa che si fa serva degli ultimi, in quanto:“Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi” (Mt 20,16). “Anche il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire, e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti” (Mc 10,45).

Una Chiesa sempre in cammino che si identifica in Cristo Risorto, con Cristo e per Cristo, in unità col Padre e col Suo Spirito, nel valore delle parole de Verbo incarnato dirette alla salvezza dei figli peccatori, quelli che Dio ama. Tutto ciò si spera possa venire rivitalizzato da Papa Leone XIV avvicinando a sé il popolo di Dio, attraverso la sua missione ancora tutta sviluppare, da realizzare, da capire.

Cristo rinnoverà, di sicuro anche a Papa Leone XIV, per tre volte la richiesta: “Tu mi ami?” Egli, come Pietro, risponderà: “Certo Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo”! Gesù replicherà: “Pasci le mie pecore”. In questo messaggio attuale, sta tutto il nuovo pontificato di Papa Leone XIV che è quello di sempre, quello delle origini della Chiesa cattolica cristiana; da qui inizierà il suo apostolato universale da buon pastore, da semplice quanto modesto prete, pascendo tutte le pecorelle smarrite, spaventate, riconducendole a Dio, alla Sua pace e carità d’amore. Ricorderà che Cristo Dio è sceso in terra per perdonare tutti i peccatori pentiti, ricondurli al Padre rinnovando il sacrificio di riconciliazione nella santa Eucarestia, da vero Dio, vero uomo.

Papa Francesco ha finito il proprio compito, e adesso, spetta a Papa Leone XIV procedere nell’opera di accompagnamento del popolo di Dio, illuminato dallo Spirito Dio; una comunità di credenti ancora confusa, dispersa, per orientarla verso i principi santi del Vangelo, fonte unica di salvezza, vita eterna e santità.

Papa Leone, da buon pastore, avrà il difficile compito di guidare i fedeli nel pellegrinaggio della fede alla ricerca della verità, del senso di Dio, avendo davanti un panorama pieno di novità in fermento come le guerre, l’affievolimento del sentimento cristiano anche negli stessi religiosi, le crisi vocazionali e dei valori umani, le chiese vuote.

Così come Papa Paolo VI si è distinto da Papa Giovanni XXIII, Papa Luciani dal predecessore; Papa Francesco diverso dall’apostolato di Papa Wojtyla, così lo sarà Papa Leone XIV da Papa Bergoglio, semplicemente perché, ciascuno, darà caratteristiche e impronte personali, spirituali alla Chiesa chiamata, giorno per giorno, ai cambiamenti sociali, mettendo sempre al centro l’uomo, rendendosi serva dell’uomo, centro della predicazione salvifica di Cristo.

Solo due caratteristiche lo scrivente si permette di esternare nel nuovo Papa, avendo osservato Leone XIV durante il suo discorso affacciato alla loggia esterna Centrale della Basilica Vaticana, e sono: la mitezza, poi, la sensibilità. Tutto il resto è da venire, e ogni altro giudizio espresso a priori, appartiene all’ipotetico immaginario se non al maligno”.

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