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Riutilizzo dei beni confiscati alla mafia, “Libera” forma dieci giovani dell’agrigentino

Dieci giovani residenti nella provincia di Agrigento potranno formarsi sulla “cooperazione e l’economia civile attraverso la valorizzazione del patrimonio locale, con particolare riferimento al riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie”, grazie all’iniziativa dell’associazione “Libera. Associazioni nomi e numeri contro le mafie”, che promuove un percorso sull’educazione all’imprenditorialità giovanile”.

“I destinatari – si legge nel comunicato stampa di Libera – sono 10 giovani del territorio, in particolar modo facenti parte di cooperative sociali, costituite o in via di costituzione, che attraverso laboratori didattici, lezioni frontali, esperienze sul campo ed incontri con testimoni privilegiati potranno sviluppare progetti innovativi d’impresa sociale per lo sviluppo locale. Il percorso s’inserisce tra le attività del progetto “LIL – LABORATORI D’IMPRESA LIBERA” co-finanziato dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio civile nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nel merito dell’avviso pubblico “Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici” e realizzato da LIBERA in partenariato con le cooperative “Rosario Livatino – Libera Terra”, “Public Empowerment”, “Astra”, e l’Associazione per lo sviluppo sostenibile della Sicilia “Laboratorio Telamone”.

“Il progetto, più in generale, vuole promuovere l’occupazione, l’imprenditoria e la cooperazione sociale giovanile – conclude Libera – attraverso la valorizzazione di beni pubblici, con l’obiettivo specifico di ridurre il numero di giovani disoccupati residenti nella provincia di Agrigento, coinvolgendoli in attività mirate alla promozione del lavoro autonomo e alla creazione d’impresa valorizzando e usufruendo del bene confiscato alla mafia sito in contrada Robadao a Naro”.

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