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Carabinieri Licata

Cronaca

Ragazzo in manette per spaccio di droga, ed i familiari aggrediscono i carabinieri: 4 arresti

I carabinieri arrestano un diciannovenne, accusato di avere detenuto per lo spaccio 58 grammi di marijuana. In caserma arrivano alcuni familiari del ragazzo che, secondo l’accusa, mentre sono in sala d’attesa aggrediscono i militari.

Il bilancio è di quattro arresti: il ragazzo e tre suoi familiari. Ora tutti e quattro i licatesi si trovano agli arresti domiciliari.

I dettagli dell’operazione sono stati resi noti dal capitano Augusto Petrocchi, comandante della compagnia carabinieri di Licata, e dal tenente Carmelo Caccetta, comandante del Nucleo operativo carabinieri Licata, nel corso di una conferenza stampa al comando provinciale dell’Arma.

I carabinieri hanno eseguito, ieri sera, una perquisizione nell’abitazione del diciannovenne e, secondo l’accusa, il ragazzo avrebbe lanciato da una finestra tre involucri con 58 grammi di marijuana. Gli involucri sono stati recuperati dai militari che hanno poi arrestato il licatese per detenzione di stupefacenti ai fini dello spaccio e lo hanno condotto in caserma.

Poco dopo in caserma sono arrivati tre familiari del diciannovenne che sono stati fatti accomodare in sala d’aspetto. Secondo l’accusa, però, i tre avrebbero aggredito due carabinieri che erano all’ingresso, colpendoli con calci e pugni. I militari sono stati medicati al pronto soccorso e giudicati guaribili in 5 e 10 giorni. I tre familiari del ragazzo (il padre, un fratello ed una cognata), quindi, sono stati arrestati per violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

Secondo il capitano Petrocchi “quanto accaduto è inaccettabile. Vi sarà da parte nostra, insieme alle altre istituzioni, la massima fermezza nel perseguire queste persone, per tutelare sempre i licatesi perbene che sono la stragrande maggioranza”.

“In passato – ha aggiunto il tenente Caccetta – abbiamo subito altri atti del genere, ma l’Arma ha sempre dato una risposta forte, precisa e costruttiva per la società, la cui parte perbene ci ha omaggiato di attestati di benemerenza”.

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