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Cardinale Francesco Montenegro

Attualità

Il 18 maggio riaprono le chiese: capienza massima, distanza di sicurezza, igienizzazione

Nella diocesi agrigentina, come nel resto d’Italia, il 18 maggio riaprono le chiese, ma ovviamente dovranno essere seguite tutte le prescrizioni dettate dai decreti sul Covid 19.

Il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo metropolita di Agrigento, adeguandosi a quanto disposto dalla Cei, ha illustrato il comportamento che parroci e fedeli dovranno tenere sin dal loro ingresso in chiesa.

Ecco le principali regole alle quali bisognerà attenersi:

“Ogni parroco, amministratore parrocchiale, rettore o superiore religioso provveda a stabilire la capienza massima e la disposizione dei posti nella propria chiesa, contrassegnandoli – si legge nelle disposizioni – con un segno identificativo, tenendo conto della distanza minima di sicurezza (almeno un metro laterale e frontale). Sono permesse le celebrazioni anche in spazi aperti, mantenendo le distanze previste dall’autorità sanitaria, per garantire la sicurezza e consentire una maggiore capienza.  Si prevedano appositi spazi per favorire la partecipazione alle celebrazioni di persone diversamente abili. Esclusivamente in questo caso, si potranno riservare apposite aree ai componenti di nuclei familiari che vivono nella stessa casa. Raggiunta la capienza massima, i volontari dovranno chiudere le porte della chiesa o del cancello”.

“Le celebrazioni – si legge ancora nel provvedimento – potranno avere luogo: nelle chiese parrocchiali; nelle rettorie affidate a Ordini religiosi maschili; nelle chiese non parrocchiali affidate a rettori nominati dall’Arcivescovo, d’intesa col parroco del territorio; negli Istituti religiosi che ospitano anziani, ammalati o diversamente abili; nei luoghi all’aperto di pertinenza della chiesa. Per i luoghi pubblici va chiesta l’autorizzazione alle autorità pubbliche”.

“All’ingresso della chiesa o dell’area all’aperto in cui ha luogo la celebrazione sia affisso un cartello informativo – viene disposto – con le indicazioni essenziali, tra le quali non devono mancare: il numero massimo di partecipanti consentito in relazione alla capienza della chiesa o
dell’area all’aperto; l’obbligo di rispettare la distanza di sicurezza di un metro e mezzo durante l’entrata e l’uscita, di igienizzare le mani mediante appositi prodotti forniti all’interno e di indossare la mascherina che copra naso e bocca; il divieto di accedere per chi abbia una temperatura superiore a 37.5°C, per chi presenti sintomi influenzali o problemi respiratori e per chi sia stato in contatto con persone positive a SARS-CoV-2 nei giorni precedenti”.

“All’ingresso siano disponibili – si legge ancora nella nota – liquidi igienizzanti. Si continui a mantenere vuote le acquasantiere delle chiese. Per la gestione si preveda un gruppo di volontari alla porta (ai quali bisogna garantire guanti monouso e mascherine), che siano facilmente identificabili mediante appositi distintivi. Dove è possibile, si utilizzino porte differenti per l’entrata e per l’uscita, così da evitare l’incrociarsi dei fedeli; dove esiste una sola porta, sia garantito il flusso alternato in entrata e in uscita. Durante l’entrata e l’uscita dei fedeli le porte rimangano aperte per favorire il flusso ed evitare che porte e maniglie siano toccate.  Si invitino coloro che entrano a occupare i posti liberi distanti dall’ingresso. Il gruppo dei volontari guidi la procedura di uscita, facendo defluire prima chi si trova più vicino alla porta e garantendo il deflusso ordinato e distanziato”.

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