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Convegno di Gottingen

Attualità

Finziade “vola” in Germania: gli scavi presentati nella prestigiosa università di Gottingen

Gli scavi di Finziade, edificata sulla collina di Licata nel secondo secolo avanti Cristo, sono stati al centro dell’attenzione di un seminario internazionale che si è tenuto, dal 25 al 27 novembre, presso la sede dell’Archaeologisches Institut dell’Università di Goettingen, in Germania.

Nei tre giorni di lavori si è discusso su La Sicilia Romana: Città e Territorio tra monumentalizzazione ed economia, crisi e sviluppo”, organizzato dallo stesso istituto tedesco, in collaborazione con il Dipartimento Culture e Società dell’Università di Palermo.

Al convegno hanno preso parte circa trenta studiosi italiani e stranieri che hanno presentato le relazioni sui progetti ricerca archeologica svolti in Sicilia.

“Uno spazio importante – si legge in un comunicato stampa – è stato dedicato anche agli studi condotti da più di un decennio dall’Università di Messina sulla città di Finziade e sul territorio di Licata, presentati da Alessio Toscano Raffa, ricercatore del Cnr – Ibam di Catania. Lo studioso ha avuto modo di discutere delle diverse vicende storiche e delle scoperte archeologiche di Licata, recentemente pubblicate nel suo volume monografico dal titolo “Finziade e la bassa valle dell’Himera meridionale” edita dal Consiglio Nazionale delle Ricerche. L’evento, svoltosi nella prestigiosa sede dell’Università di Goettingen, che vanta 45 premi Nobel tra studenti, professori o collaboratori, ha messo in risalto quanto rilevanti siano le evidenze archeologiche di Finziade, una città che in epoca romana godette di una notevole vitalità, come dimostra la ricchezza delle 14 abitazioni scoperte e indagate sul monte Sant’Angelo, che hanno restituito pregevoli manufatti, tra cui il celebre tesoretto composto da monili d’oro e da 444 denari romani (Il tesoro della Signora)”.

“L’attenzione è stata posta – si legge ancora nella nota – anche sui numerosi insediamenti rurali che popolavano tutto il territorio tra il II sec. a.C. e il VII d.C. e che attestano una intensa attività produttiva legata alla viticoltura, olivicoltura e alla coltivazione del grano. Un focus anche sui materiali ceramici provenienti da Licata ha dimostrato come il comprensorio licatese, in tutte le epoche, fosse inserito nei circuiti commerciali mediterranei, mantenendo rapporti con gli altri centri della Sicilia, con l’area tirrenica campana, con l’Africa, la Spagna, e con il mondo greco, in particolare con le isole di Rodi e Kos”.

Al convegno erano presenti tra le più importanti personalità del mondo scientifico e dell’archeologia, tra cui i professori Roger Wilson, uno dei più importanti esperti della Sicilia romana, Jonathan Prag, dell’Università di Oxford, autore di un corpus contenente tutte le epigrafi della Sicilia, Patrizio Pensabene, responsabile di diversi scavi e ricerche presso la villa di Piazza Armerina e il professore Gioacchino Francesco La Torre, già protagonista di diversi studi proprio su Licata, che ha presentato le nuove ricerche presso i siti di Sofiana e della villa romana di Patti marina, e il padrone di casa, professor Johannes Bergemann, protagonista di diversi studi sui territori della provincia di Agrigento, e in quelli di Gela e Camarina.

“L’evento – commenta Alessio Toscano Raffa – mette ancora una volta in evidenza l’importanza delle ricerche archeologiche condotte a Licata, che trovano una diffusione in ambito internazionale, facendone conoscere le potenzialità archeologiche, l’importanza storica e la bellezza dei luoghi, insieme a quelle di Agrigento, Gela, Piazza Armerina, Catania, Taormina, Solunto, Lilibeo, Segesta, Morgantina, Camarina, Gerace”.

Non è la prima volta che il territorio licatese è argomento in convegni di caratura internazionale, gli stessi Toscano Raffa e La Torre hanno recentemente presentato diversi contributi a Vilnius (Lituania), Kastela (Croazia), Roma e Como. 

 

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