
Calcio
Vince il Castrum Favara, dopo 6 stagioni il Licata retrocede in Eccellenza
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Scritto da
William Vitali
Tabellino:

Castrum Favara-Licata 2-0 (65’ Bontà, 72’ Baglione)
Castrum Favara (3-5-2): Scuffia; Lo Dica, De Min, Bontà (dal 93’ Limblici); Cannino, Baglione, Palermo, Sticenko (dal 60’ Cammilleri), Vaccaro; La Piana (dal 92’ Mal), Varela (dall’88’ Palma). All. Infantino.
Licata (3-5-2): Rossi; De Pace (dal 50’ Brumat), Calaiò, Mbaye (dal 76’ Caramanno); D’Antona, Maimone (dal 76’ Bianco), Lucchese, Semenzato, Lanza; Minacori, Furina (dal 76’ Tozaj). All. Romano
Arbitro: Davide Galiffidi di Alghero.
Ammoniti: De Min, D’Antona, Cannino, Bianco, espulsi Lanza, Cammilleri.
Addio Serie D. Dopo sei stagioni il Licata retrocede in Eccellenza al termine di una giornata sportivamente drammatica, il triste epilogo annunciato di una stagione disastrosa su tutti i piani. Decidono le reti nella ripresa di Bontà e Baglione che salvano la Castrum Favara, guidata dal sostegno incessante del proprio pubblico. Di seguito la cronaca del match.
Al 5’ si scatena una mischia furibonda nell’area di rigore dei padroni di casa sugli sviluppi di un corner, dove Calaiò non trova la deviazione vincente sotto porta. La Castrum Favara risponde poco dopo con la bordata secca dal limite di La Piana che si stampa contro la traversa. I gialloblù tornano a bussare dalle parti di Scuffia al 26’, sempre su angolo, col colpo di testa, di poco a lato, di De Pace. Gara come prevedibile piuttosto spigolosa e ad alti tassi di agonismo. Le occasioni però latitano da entrambe le parti. Il Licata prova a manovrare palla a terra, ma pecca nella pulizia tecnica, mancando poi in qualità nell’ultimo passaggio. Al 42’ le Aquile costruiscono una bella azione sulla sinistra rifinita da Maimone per Furina il quale però arriva in ritardo sul cross radente del centrocampista. Il primo tempo scivola via senza ulteriori spunti. Si va al riposo sul risultato congelato sullo 0-0.
Al rientro dagli spogliatoi si ferma De Pace tra le fila gialloblù, costretto a dare forfait per infortunio. Al suo posto entra Brumat. Proprio il neo entrato, al 58’, è il destinatario della punizione di Lucchese ma il suo tiro da buona posizione è completamente fuori giri. Al 65’ arriva la doccia gelata per i gialloblù, quando Bontà coglie impreparata la difesa gialloblù e scavalca con un morbido colpo di testa Rossi. Dormita clamorosa della retroguardia del Licata che si fa sorprendere da un lancio facilmente leggibile. È notte fonda per i gialloblù che al 71’ subiscono il raddoppio dalla sforbiciata di Baglione sulla sponda di Varela. A poco più di un quarto d’ora dalla fine la situazione è disperata. Cinque minuti dopo Lanza manda i titoli di coda anticipati sul match, facendosi espellere per un ingenuo fallo di reazione su un avversario: la sua stagione terribile si riassume tutta qui. Poco dopo la gara viene sospesa per via di alcune intemperanze da parte dei tifosi gialloblù che non accettano il verdetto. La partita riprende dopo circa venti minuti ma di fatto non succede più nulla. La Castrum Favara è salva mentre il Licata retrocede in Eccellenza.
L’11 maggio 2025 si scrive un capitolo nero della storia del Licata, costretto a ripartire dal basso, dopo anni di imprese e diverse soddisfazioni. Un risultato purtroppo ineluttabile conseguenza di una progettazione sbagliata fin dall’estate, con diversi giocatori mai seriamente entrati in simbiosi con la piazza e che non hanno mostrato di essere all’altezza di indossare questi colori. Un popolo, una tifoseria e una città come Licata è pleonastico dire che meriti di più, in ossequio a un passato glorioso, che non potrà essere cancellato. Sarebbe stato sufficiente un piccolo sforzo in più per superare il Favara, quello che però è mancata tutto l’anno, tra la gestione scellerata di certe gare chiave e delle sconfitte dai connotati inspiegabili. Oggi è dunque il momento di metterci la faccia e assumersi le responsabilità per chi ha sempre seguito la squadra anche a centinaia di chilometri di distanza, perché come quando si vince, quando si perde lo si fa tutti insieme.
