Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, una lettera aperta alla città di Licata.
A scriverla è Titti Metrico (nella foto durante la sua visita nella Casa di Rosa Balistreri), che l’ha inviata alla nostra redazione, che sollecita maggiori iniziative di Licata per ricordare Rosa Balistreri.
Ecco il testo integrale della missiva:
“Lettera aperta alla città di Licata
A chi ha a cuore la bellezza e l’identità della nostra Sicilia,
Ho avuto il privilegio di visitare Licata, una città che si affaccia sul mare con l’eleganza discreta di chi custodisce gelosamente la propria autenticità.
Passeggiando tra le sue vie ornate da artigianato locale, respirando il profumo del mare e ascoltando i racconti della sua gente, ho percepito l’anima vera della Sicilia. Il castello, il faro, le tracce del liberty, la tradizione della pesca: tutto parla di storia, di orgoglio, di radici profonde.
Eppure, tra queste meraviglie, ho sentito una mancanza. Una voce. Un’assenza che pesa.
Quando si dice Licata, si dovrebbe dire “Rosa”. Rosa Balistreri, voce ruvida e potente, figlia di questa terra, ambasciatrice della Sicilia più vera, quella che canta il dolore e la dignità, la rabbia e la speranza.
E invece, di Rosa ho visto poco.
Nessuna insegna che indichi la sua casa, nessun percorso che celebri la sua memoria come meriterebbe.
Solo un piccolo carruggio, reso incantevole dalla street art, e una piccola ma straordinaria associazione — il cui nome, purtroppo, non ricordo, che con passione e sacrificio tiene viva la sua eredità ed una putìa che è un gioiello di cultura popolare.
A loro va il mio più sentito ringraziamento.
Perché senza di loro, Rosa rischierebbe di essere dimenticata proprio lì dove è nata.
Mi rivolgo alle istituzioni, ai cittadini, a chi ama Licata: Rosa Balistreri è un patrimonio.
È la voce di un popolo.
È un simbolo di resistenza, di verità, di poesia.
Rosa è Licata.
E Licata dovrebbe esserne fiera, raccontarla, mostrarla, celebrarla.
Non solo per dovere, ma per amore.
Invito tutti a visitare Licata.
Io ci tornerò, con la consapevolezza che non serve andare lontano per trovare luoghi meravigliosi.
Basta saperli ascoltare.
E magari, tra le onde e i vicoli, sentire ancora la voce di Rosa che canta.
Con affetto e gratitudine,
Titti”.
