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La seduta consiliare per la sfiducia al sindaco Cambiano

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In 21 hanno sfiduciato il sindaco Cambiano, dopo solo 2 anni si torna alla gestione commissariale

Dieci lunghi mesi di commissariamento del Comune attendono, ora Licata. Con la mozione di sfiducia al sindaco Angelo Cambiano, votata in aula da 21 consiglieri comunali, la legislatura finisce dopo appena due anni ed un mese da quando era iniziata. La “cacciata” del primo cittadino, infatti, corrisponde anche alla decadenza del consiglio comunale. Si tornerà al voto, per legge, non prima del prossimo mese di giugno e, di fatto, da domani inizia anche una campagna elettorale che durerà 10 mesi. Infatti il 5 novembre si voterà per le regionali, con molta probabilità in primavera si andrà alle urne per eleggere Camera e Senato ed a giugno ancora il voto per le amministrative, per dare alla città un nuovo sindaco.

Gli appelli di chi, in queste settimane, ha osservato che Licata non poteva permettersi che, per la seconda volta consecutiva nel giro di appena tre anni, di mettere la parola fine (di nuovo) alla legislatura, non sono serviti. Evidentemente c’è chi ritiene (ed in aula sono stati in 21) che c’è chi può fare meglio di Angelo Cambiano. Per iniziare a dimostrarlo però, chiunque esso sia, dovrà attendere almeno 10 mesi.

Ma andiamo al consiglio di stasera. Iniziato alle 19 in punto, è terminato pochi minuti prima delle 23 con il voto che ha sfiduciato il sindaco in carica. Ai 16 consiglieri comunali che hanno presentato la mozione di sfiducia lo scorso 26 luglio (Anna Triglia, Calogero Scrimali, Antonio Vincenti, Giuseppe Russotto, Antonietta Grillo, Francesco Moscato, Violetta Callea, Pietro Munda, Antonio Terranova, Piera Di Franco, Laura Termini, Giada Bennici, Giuseppe Moscato, Giuseppe Todaro, Stefano De Caro, Giorlando Farruggio), si sono aggiunti Giuseppe Federico, Debora Cammilleri e Gianni Morello che nelle scorse settimane avevano preso le distanze dalla giunta, il consigliere indipendente Angelo Iacona ed il presidente del consiglio comunale, Carmelinda Callea. In 8 hanno detto no alla sfiducia, mentre uno dei componenti l’assise era assente.

Di fatto tutto il dibattito in aula, questa sera, è stato contraddistinto da un reciproco scambio di accuse tra i consiglieri di opposizione ed il sindaco Angelo Cambiano. Da una parte i 16 che, a più riprese, hanno ribadito le ragioni della mozione e, soprattutto, hanno posto l’accento sul fatto che “in due anni il sindaco non ha mai tenuto in considerazione il consiglio comunale”. Dall’altra il primo cittadino che ha parlato di “mozione di sfiducia fondata su affermazioni non vere” ed ha invitato i firmatari a “ritirarla ed a dire quali sono le ragioni vere della scelta di sfiduciare il sindaco”.

Via che passavano le ore si è compreso che l’ipotesi del voto favorevole alla sfiducia prendeva corpo. Non ci sono stati più dubbi quando il sindaco ha fatto “appello a quei consiglieri comunali che fino a due settimane fa hanno condiviso il percorso della giunta” a non votarla. Il riferimento, ovviamente, era ai tre esponenti di Area di Rinnovamento ma quando, pochi minuti dopo, il capogruppo Giuseppe Federico (durante la dichiarazione di voto) ha annunciato il voto alla proposta di sfiducia, è stato chiaro che la legislatura era alla fine.

Un’ulteriore conferma è arrivata un attimo prima del voto, quando Carmelinda Callea, presidente del consiglio comunale, ha ribadito di “avere guidato per due anni l’assise con imparzialità, ma stasera – ha detto – voto convintamente la sfiducia al sindaco Cambiano”. A quel punto il fatidico numero 20 (tanti i voti che servivano perché la sfiducia passasse) era raggiunto. Alla fine, un po a sorpresa, ai 20 si è aggiunto il voto del consigliere Angelo Iacona. Dunque in 21 hanno “cacciato” il primo cittadino ed hanno messo fine alla legislatura, aprendo le porte alla nuova gestione commissariale del Comune.  

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