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Il Pd: “A giugno presenteremo la mozione di sfiducia al sindaco Angelo Cambiano”

Il 24 gennaio si avvicina e Massimo Ingiamo, segretario cittadino del Pd, interviene per ribadire la posizione del suo partito sullo strumento finanziario.

“Il presupposto è – dice Ingiaimo – che il bilancio lo propone l’amministrazione comunale. Invece sembra che questo strumento finanziario non abbia un padre. Non si è mai visto un sindaco che non difende il proprio bilancio, sperando che i consiglieri lo emendino, lo stravolgano. Faccio un esempio – continua il segretario de Pd -: il bilancio è stato approvato anche dagli assessori, perciò non si capisce come sia possibile che esistano emendamenti presentati da consiglieri comunali che hanno indicato proprio quei componenti la giunta. Il sindaco cosa dice rispetto a questi emendamenti? Oppure i consiglieri comunali smentiscono gli assessori che loro stessi hanno indicato?”.

Secondo Massimo Ingiaimo “il sindaco Cambiano finisce per agire col sistema dello scaricabarile, o perlomeno prova a scaricare sui consiglieri comunali responsabilità proprie, finendo per mettere in difficoltà anche quei componenti l’assise che gli sono vicini”.

D’accordo, ma il Pd il bilancio lo vota o no?

“Il nostro – risponde Massimo Ingiaimo – è un giudizio molto negativo sullo strumento finanziario, per più di una ragione: intanto non si capisce dove si vuole portare la città, manca un’idea di sviluppo. E’ notizia di oggi l’ulteriore diminuzione, di ben 450 unità, della popolazione residente, e non vediamo alcuna idea per invertire la tendenza. E poi c’è una responsabilità politica sulle poste di bilancio: come mai, ad esempio, come poste in entrata si inseriscono i proventi del piano delle alienazioni quando non si è nemmeno dato inizio alla procedure per la vendita degli immobili del Comune?”.

“Nella relazione esplicativa – aggiunge il segretario del Pd – si copia la formula standard, ma non si spiegano le peculiarità. Forse non si vuol far sapere al consiglio comunale cosa contiene lo strumento? Ad esempio non si comprende dove sono i soldi per lo sviluppo turistico della città, e non si dice come si pensa di rispettare il patto di stabilità. Secondo la certificazione semestrale datata 30 settembre siamo fuori di 2 milioni di euro. Come si fa a risanare, visto che abbiamo anche 800.000 euro di sanzioni per il precedente sforamento? Inoltre, a proposito della questione demolizioni – dice ancora Ingiaimo – sta passando un messaggio fuorviante anche per la errata semplificazione di commentatori poco lungimiranti, ed invece occorre chiarezza: non approvare il bilancio non equivale a fermare le demolizioni, perchè la mancata approvazione del bilancio comporterà la nomina di un commissario che approverà lo strumento predisposto dall’amministrazione e continuerà con le demolizioni”.

Lei, però, non mi ha risposto. Voterete o no il bilancio di previsione?

“Il Pd non voterà, anche perché è all’opposizione. Rispetto a questa situazione, però, bisogna pensare alla priorità: l’incertezza legislativa determinata dalla legge 35 del ’97 e dalla 17 del 2016. Con la normativa precedente ad andare a casa – aggiunge il segretario del Pd – era solo il consiglio comunale, con quella introdotta di recente lo scioglimento dovrebbe riguardare anche la giunta, ma non è chiaro, anche in virtù della recente circolare degli Enti Locali poi ritirata e della mozione votata in aula, se la legge che “caccia” anche il sindaco si applica subito o dalla prossima legislatura. Ci si è resi conto, infatti, che la normativa finirebbe per “azzoppare” l’istituto della mozione di sfiducia. Rimane dunque l’incertezza e noi sosteniamo che in queste condizioni non conviene a nessuno ripetere un Graci bis, correre cioè il rischio che il sindaco amministri per oltre tre anni senza che ci sia un consiglio comunale che eserciti la funzione di controllo. Si registrerebbe un vulnus di democrazia. Quindi, per rispondere alla sua domanda, il Pd non voterà il bilancio, ma adotteremo le cosiddette “manovre d’aula” per consentire alla maggioranza del sindaco di approvare lo strumento”.

In soldoni vuol dire che i due consiglieri comunali del Pd non faranno mancare il numero legale. Non voteranno il bilancio, ma non usciranno dall’aula.

E poi?

“Lasciare il sindaco solo per oltre tre anni, senza avere la possibilità di presentare la mozione di sfiducia tra appena 5 mesi sarebbe – risponde Massimo Ingiaimo – un clamoroso autogol. Il consiglio comunale continua ad essere svilito da questo sindaco, perciò a nostro avviso vale la pena di aspettare 5 mesi. Noi vogliamo mandare a casa il sindaco Cambiano, ma senza infilarci nel contenzioso giudiziario che verrà certamente fuori se non passa il bilancio. Perciò invitiamo tutti alla riflessione, e ad attendere. A giugno presenteremo la mozione di sfiducia al sindaco”.

(Al centro della foto Massimo Ingiaimo nel corso di un’iniziativa nell’aula consiliare del Comune)

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