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Dopo 2.000 anni ruggisce ancora: il leone scoperto negli scavi di Finziade
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Scritto da
Redazione
Finziade, dove la recente campagna di scavi è appena terminata, ma gli archeologi sono impegnati in interventi di catalogazione, continua a regalare delle sorprese.

Dopo il dado del secondo secolo avanti Cristo, praticamente uguale a quelli contemporanei ma realizzato in pietra, dall’ultima città greca edificata in Sicilia riemerge una bellissima testa di leone. Gli archeologi l’hanno scoperta pochi centimetri sotto terra, in uno degli ambienti in esame, che si trova ai piedi del seicentesco castello spagnolo, il Forte.
E’ un leone con la bocca spalancata, che ruggisce appunto. Quasi certamente si trattava della decorazione di una delle ricche case di Finziade, molto probabilmente adornava un patio, mentre è più difficile ipotizzare che si trovasse in un edificio pubblico, visto che la parte pubblica (piazze, templi, edifici che accoglievano le istituzioni della città) non è stata ancora individuata. E’ quasi certo che si trovasse poche centinaia di metri più a valle della zona residenziale, con molta probabilità dove c’è il cimitero dei Cappuccini.
Ora gli scavi, diretti da Alessio Toscano Raffa e Maria Concetta Parello, sono fermi, ma i ritrovamenti continuano a far ipotizzare che Finziade fosse una città ricca e conferme in tal senso, con molta probabilità, arriveranno con la prossima campagna.
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