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Fondo Librario Antico

Storie

Un’altra bella scoperta del Fondo Librario Antico, una battaglia navale a Licata nel 1640

Nei secoli scorsi le incursioni dei pirati, nei confronti delle navi che approdavano a Licata per rifornirsi di grano nel regio caricatore e portarlo in vari paesi del mondo, erano all’ordine del giorno.

Al Fondo Librario Antico di Licata, diretto da Angelo Mazzerbo, hanno scoperto un’altra “chicca” e stasera l’hanno pubblicata.

E’ datata 14 marzo 1640 e sono i giurati della città (gli odierni amministratori pubblici) a scrivere al vicerè, trasmettendo la relazione delle guardie del litorale su di una battaglia navale avvenuta sotto la fortezza di Licata, Castel San Giacomo.

“Questo documento è molto importante – scrive nel post il Fondo Librario Antico – per diversi motivi: i rapporti con l’isola di Malta; importante ruolo del caricatore di grano che esportava frumenti in grande quantità; sistema difensivo e punti di osservazione della città; altra curiosità è il periodo in cui sarebbe avvenuto lo scontro: mese di marzo. Di solito si andava per mare dal mese di Maggio a quello di Ottobre”.

Ci permettiamo di segnalare un’altra curiosità: il 1640 è l’anno in cui viene ultimato, e messo a disposizione delle truppe spagnole, un altro maniero di Licata, Castel Sant’Angelo, che dopo tanti secoli ancora svetta sulla nostra città.

“Nel trascrivere i documenti – aggiunge il Fondo – per rendere più fluida la lettura, sono state sciolte tutte le abbreviazioni; sono state mantenute per intero invece la punteggiatura, le maiuscole, l’ortografia e le accentazioni originali”.

Ecco il testo integrale:

“Eccellentissimo Signore

“Hoggi che sonno li 14. del corrente ad hore 18. il guardiano della posta (punto di osservazione) del poggio del cufino
(Poggio Cufino, Immagine 4; collinetta a forma di gobba sopra l’ospedale; il toponimo Cufino deriva dal greco κυφός [-ή, -όν]= gobbo)
distante di questa Città meno d’un miglio ni diede haviso (avviso) di havere scoverto otto vaxelli (vascelli) di Alto Bordo li quali veniuno (provenivano) da ponenti et tiravano verso levanti et venendo detti vaxelli con il vento In puppa (poppa) subbito (sic) comparsero avista di questa Città et perche (sic) in questa spiaggia si retrovavano si come si retrovano due vaxelli uno quali era un Urca (imbarcazione portoghese da trasporto) grossa et l’altro un vaxello ordinario per havere a carricare In questo Carricatore (caricatore di grano a Licata) cioè l’Urca per l’Isola di M et l’altro per la Città di Milazzo. Detti otto vaxelli abordaro(hanno abbordato) sopra detti dui vaxelli li quali subbito (sic) feciro vela e si retiraro sotto la fortezza (Castel San Giacomo) mettendosi Intra (dentro) per quanto si potea et detti otto vaxelli gli sequitaro (li inseguirono) fin sotto detta fortezza con tutto che dala fortezza et bastioni della Città ne fossero stati disparati molti colpi di artigliaria (sic) et da noi fossero stati usati gli necessari diligenzii (i necessari accorgimenti) che si requedeano (richiedevano) In caso tanto repentino In manera (nel modo) che non potendo acciò per li colpi di artigliaria disparati con havervi recevuto danno presiro il bordo alla volta di fori (presero il largo) restando noi con ogni vigilanza qualmente si requedi et nell’Istante con Homo serio a cavallo qualmente all’obbligo che tenemo ni damo a Vostra Excellencia pieno haviso (avviso non lassandoli da rappresentare qualmente per altri corrieri habbiamo scripto che questa Città si retrova affatto sprovvista di polvere (da sparo) Supplicarla Instantimente (istantaneamente) a darci l’ordine sopra ciò opportuno et anco la artegliaria delli bastioni li quali si retrova sprovvista di caxi (casse) et roti (ruote) per essere Invecchiati et Inservibili per fine (per finire) con la dovuta riverenza bagiamo (baciamo) a Vostra Excellencia Humilmente le mani et dal Signore Ci pregamo ogni contento con augusto di stato maggiore. Licati li 14 di marzo 1640.

Di Vostra Excellencia

Humilissimi Servitori

Franco Foglietta Iurato

Francesco Grugno Iurato

Don Calcerano De Caro Iurato

Alessandro Formica Iurato”.

 

 

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