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Vincenzo Semprevivo

Interviste

Un licatese alla guida degli scout siciliani

Baden Powell, fondatore dello scoutismo, diceva ai suoi ragazzi “Dovete impegnarvi a lasciare il mondo migliore di come lo avete trovato”. Un’esortazione che gli scout di tutto il mondo ancora oggi raccolgono.

In Italia l’associazione scoutistica con più iscritti è l’Agesci (Associazione guide e scout cattolici italiani), ed in Sicilia ad indossare la camicia azzurra sono davvero tanti. Da pochi giorni a guidarli tutti c’è un licatese, Vincenzo Semprevivo, 45 anni (quasi 46), bancario, capo del Licata 2, una via intera trascorsa nell’Agesci. La settimana scorsa è stato eletto responsabile regionale.

Una bella sfida, o no?

“Ogni chiamata ad un servizio rappresenta – risponde Vincenzo Semprevivo – un’assunzione di responsabilità importante, ma questa è veramente grande perché siamo a rappresentare un’associazione che conta 17.927 soci (3.311 soci adulti e 14.616 soci giovani 8-21 anni). In questo non sarò solo, con me ci sarà Marilena Galletta (Siracusa) per via della diarchia, una ricchezza specifica della nostra associazione che prevede un uomo e una donna a condividere ogni incarico, sia elettivo che di nomina”.

Come “sta” lo scoutismo in Sicilia?

“Se guardiamo i numeri, negli ultimi 5 anni siamo cresciuti di 1.400 iscritti. Questo conferma il fatto che lo scautismo continua ad attrarre i giovani e godere della fiducia delle famiglie che credono in questo modello educativo i cui principi fondamentali si trovano nell’opera di Baden Powell”.

A Licata gli scout ci sono da 60 anni, soffrono di “vecchiaia” o sono dinamici come un tempo?

“Il movimento scout – aggiunge il neo responsabile regionale – non può invecchiare, perché esistono delle dinamiche formative ed educative che lo fanno stare al passo dei tempi e che garantiscono un servizio che guarda ai giovani di oggi e non a quei ragazzi che nel 1907, furono, per la prima volta messi al centro di questo “esperimento”. Non si discute l’originalità del metodo ma cambiano gli interventi educativi. 

Da quanti anni sei nell’Agesci?

“Sono in Agesci dal 1983. Avevo 13 anni quando ho iniziato questa avventura e da quel momento non ne sono più uscito”.

Si parla si associazionismo in crisi, di caduta di valori, di giovani che non si interessano più a nulla. Però gli scout ci sono sempre, quale è la ricetta?

Lo scautismo si realizza in attività concrete proposte ai giovani che sono incoraggiati ad imparare con l’esperienza. Il metodo vede i ragazzi autentici protagonisti di questo gioco, quindi sono portati ad interessarsi perchè sono loro stessi che hanno deciso di impegnarsi per quella cosa”.

Secondo te, nella vita della nostra comunità, quanto incide l’Agesci? E potrebbe incidere di più?

“Secondo me – conclude Vincenzo Semprevivo – incide tanto, è che non si vede nell’immediato. I capi con la loro azione educativa “piantano” tanti semini i cui frutti saranno raccolti nel tempo. Formiamo i futuri cittadini e con le nostre attività educhiamo i giovani ad avere rispetto del bene comune e impegnarsi a custodirlo”.

Buona strada Vincenzo.

 

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