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Sant’Angelo, il 13 agosto la rappresentazione degli ultimi 5 giorni di vita del Martire

Il 13 agosto, alle 19, nel santuario avrà luogo una rievocazione ideale degli ultimi giorni di vita di Sant’Angelo Martire, patrono di Licata. Sarà possibile grazie all’adattamento di Vincenzo Scuderi di un libro che lo stesso autore ha scritto.

“L’evento, che avverrà il giorno seguente al rientro delle spoglie di Sant’Angelo a Licata dopo la ricognizione canonica e al trattamento conservativo dei resti mortali del Martire carmelitano, sarà coordinato – scrive il Comune – dallo stesso autore del testo. E’ stato organizzato dal Comune di Licata in stretta collaborazione con l’Ordine dei Carmelitani. La manifestazione si aprirà con i saluti del Priore della Provincia Italiana dei Carmelitani, padre Roberto Toni, del sindaco Giuseppe Galanti, della Postulatrice Generale, Giovanna Brizi e del Rettore del Santuario, padre Antonino Mascali”.

“È un’occasione davvero importante per Licata, quella del 13 agosto, presso il Santuario, che vede momenti prettamente religiosi, cristiani, attraverso l’ideazione degli ultimi giorni di esistenza in terra del nostro Sant’Angelo, in cui si esalta la vera perfezione, l’esempio di una vita vissuta interamente – dice il sindaco Pino Galanti – in soccorso dei poveri di spirito, degli umili, dei bisognosi. Personalmente e come rappresentante di tutti i cittadini, non potevo non unirmi al sentimento di venerazione verso il nostro santo protettore, con i Frati Carmelitani che hanno consentito la realizzazione della “Missione e Martirio” scritta da Vincenzo Scuderi, ove si magnifica soprattutto, la spiritualità così pure il profondo, immutato legame indelebile con la città di Licata”.

“Quest’anno 2020, Giubileo della morte di Sant’Angelo Partono di Licata, primo martire carmelitano il Santuario di Licata, ha voluto, mettere in evidenza le virtù del frate carmelitano, attraverso la lettura, giorno 13 agosto ore 19,00, degli ultimi cinque giorni del martirio e poi la morte del santo, tratti dal libro del professore Vincenzo Scuderi. È straordinario oggi, osservare – aggiunge il rettore del santuario, padre Mascali – nei cittadini di Licata, ancora così forte, vivo, pulsante il legame con Sant’Angelo, come se il patrono fosse sempre presente, pure fisicamente, pronto ad ascoltare gli affanni, le pene e condividerne le gioie della comunità licatese, indicando, attraverso le virtù sante della madre del Carmelo, la strada vera che conduce a Dio e alla Santa Trinità”.

“Nell’elaborare il testo ho immaginato – conclude Vincenzo Scuderi – il Santo negli ultimi suoi cinque giorni di vita trascorsi nel supplizio e nel martirio, soprattutto evidenziandone la spiritualità, il legame contemplativo con Dio attraverso la Madre del Carmelo e non ultimo, l’amore per i cittadini di Licata che continua oggi, come allora, a proteggere, in maniera spiritualmente tangibile. Un segno di amor dell’autore il quale immagina, fa rivivere, dà perfino la voce a Sant’Angelo nei suoi ultimi giorni di esistenza in terra di Licata; così pure ne descrive i momenti terribili dell’uccisione. E infine… l’estasi d’amore, l’unione perfetta col divino, mediante quel superamento dei limiti naturali e l’annullamento della sua personalità, per ambire cieli eterni di vera carità, di pace. Frate Angelo fu considerato santo dagli abitanti di Licata, già in vita. Profondamente legato da chiederne e ottenere dalla Madre del Carmelo e a Dio Onnipotente, la protezione dagli eventi dannosi, disastrosi, come la peste, i terremoti”.

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