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Angelo Cambiano e Daniele Vecchio

Politica

Daniele Vecchio: “Ieri sera in 21 hanno votato una mozione di sfiducia pretestuosa”

Daniele Vecchio, vice sindaco di Angelo Cambiano, che guiderà l’amministrazione comunale fino alla nomina di un commissario da parte del governatore Rosario Crocetta, interviene sulla mozione di sfiducia votata in aula.

“Ieri sera – scrive Vecchio – 21 consiglieri comunali, hanno ottusamente determinato il destino della nostra città, votando una mozione di sfiducia pretestuosa contro un sindaco che merita tutta la mia stima. Le infondate e menzognere motivazioni avanzate dal gruppo dei 21 hanno malcelato le reali ragioni di un atto politico subdolo che ammicca ad una parte della città coinvolta nella triste vicenda delle demolizioni. Si è trattato di un epilogo già preannunciato a cui la parte sana della politica licatese, invano, non ha voluto rassegnarsi”.

Secondo Daniele Vecchio “l’ormai ex presidente del consiglio comunale ha gestito in maniera del tutto inappropriata una delle sedute consiliari più importanti della storia politica della città. La figura istituzionale ricoperta – scrive ancora Vecchio – avrebbe dovuto imporre al presidente del consiglio comunale un atteggiamento politicamente più elegante”.

Per il vice sindaco, inoltre, “si è poi assistito ad una serie di interventi, per lo più sconclusionati, culminati in un vero golpe grammaticale che ha reso veramente triste e scoraggiante ogni prospettiva futura per questa città”.

“Probabilmente, da questa esperienza emerge il triste identikit del futuro sindaco di Licata, salvo un auspicabile civico moto d’orgoglio dell’elettorato. Il prossimo sindaco – conclude Daniele Vecchio – dovrà essere diverso, forse più simpatico, di certo più incline al vile compromesso. Dovrà riportare tutte le cose al proprio posto, rinunciando, in primis, ad essere un uomo libero. Si sa, in politica senza un padre nobile si fa poca strada e quindi dovrà essere manovrato a bacchetta da un’eminenza grigia che gli farà compiere ciò che dovrà essere compiuto. Il nuovo sindaco dovrà essere sempre fedele al proprio dominus e non dovrà mai provare a ragionare con la propria testa, diversamente sarebbe un traditore, non di certo un uomo libero. Il nuovo sindaco dovrà ritornare ad inciuciarsi a destra e a manca per dare ai propri amici ed agli amici degli amici almeno l’illusione di un lavoro assicurato: amiamo essere illusi, specie in campagna elettorale, ci hanno abituato così. Il nuovo sindaco dovrà essere con il popolo e, dunque, dovrà abbandonare la velleità stupida ed incosciente di ripristinare ogni barlume di giustizia e legalità. Legalità, giustizia che brutte parole! Diciamocelo chiaramente la legalità, il senso del dovere, la giustizia la pretendiamo dagli altri, ma è una veste cucita a filo d’ortica…troppo scomoda da indossare per ognuno di noi. Per questo il sindaco Cambiano è stato solo un illuso a non scrollarsi di dosso questa tunica, la stessa tunica che ieri è stata macchiata dai fendenti di novelli Bruti che affollavano gli scranni del civico consesso. Eppure, credo vivamente, che la sua folle illusione di fare di Licata una città diversa sia stata per molti fonte di ispirazione. Probabilmente i tempi non sono maturi ed una classe politica emergente ed insieme vetusta ha deciso di osteggiare questo vento di cambiamento. Ma il “danno” ormai è compiuto. Il “germe” Cambiano alberga in molti dei nostri concittadini e non sarà certo questo l’ultimo atto di quella che possiamo definire una vera e propria guerra culturale in atto”.

 

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