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Il parere di...

Cosa è cambiato dopo il 4 maggio? Troppo? Troppo poco? Speriamo in una nuova primavera

Il 4 maggio di Conte muove animi e discussioni, quasi più del manzoniano 5, di maggio. Questione di momenti. Di storia che si intreccia su una reale attualità di speranza e ansia preoccupante. L’Italia vuole ripartire, a piccoli passi ma è come la gioia del tuo piccolo che vedi, se pur a gattoni, imparare a stare sulle proprie gambe. A farlo di nuovo, dopo una caduta, una di quelle botte che ti rimane. Ti rimarrà di certo, tipo quando incontri una donna fascinosa che ti torna in mente quando pensi alla bellezza. Peccato però, questa sia una fase di “Grande bruttezza”.

Il 4 maggio è ripartito il settore manifatturiero, edile, commercio all’ingrosso con tutto l’indotto annesso, si piò correre al parco e non nel pianerottolo di casa, evitando quindi di incontrare la tua vicina simpaticona che corre solo col pensiero e ti guarda male manco fossi il brutto ed il cattivo e non il bello. Via libera anche alla visita a genitori e parenti, con mascherina e senza troppa confidenza, del tipo ciao, ti voglio bene, mi sei mancato ma stammi lontano dai e tieni la mascherina”.

Anche le fidanzate possono luccicare davanti gli occhi, ma io amo una donna che vive fuori dalla mia regione, e ma allora vai a cercartele, su. Amala col telefono, come fino ad oggi e, mettiti la mascherina.

La confusione è tanta, sembra la notte prima degli esami (che poi quelli di maturità saranno solo orali sul web o forse in presenza o forse non si sa o forse vedremo, l’Italia è bella, vogliamoci bene. Domani decidiamo, perché troppe domande).

Il premier è amato dai più, Conte riscuote consensi per la sua pacatezza ed il garbo di uomo mite e preparato ma, l’ultimo decreto, lascia perplessità in molti italiani. L’amore non è bello se…vi ricordate? Cambierà molto e nulla dal 4 maggio. Sarà una prova di speranza e maturità, un atto di fiducia, avete presente quando al liceo papà vi diceva una roba del genere: “vieni anche a mezzanotte non più alle undici ma stai attenta”. Ecco, se vai oltre, non esci più. E starai in camera tua con tv a basso volume, i libri di latino e matematica sulla scrivania ed il sole fuori dalla stanza. Uno strazio. Come quello che vive l’italiano, oggi.

Il Corononavirus non è sconfitto, ci sarà una nuova fase il prossimo autunno ma anche adesso, lui è presente, non ci lascia. Certo è meno aggressivo, si dice. Diminuiscono contagi e, per fortuna, decessi. Per questo la ripresa anche perché l’economia italiana è in ginocchio, aumentano i disoccupati, famiglie in difficoltà e gente che non ha certezze sul carrello della spesa. Ingiusto e non accettabile. Alcune misure sono arrivate, altre sono in arrivo, rassicurano dal Governo. Ripartiremo e sarà una nuova Italia, sintetizza Conte Giuseppe mentre l’altro, che gli italiani conoscono Antonio, dovrà aspettare almeno fino al 18 maggio per  gli allenamenti di gruppo. Di gruppo ma individuali, cioè sii veloce ma non correre. Insomma, qualche tiro da aggiustare, ma di ciambelle senza buco ne è pieno il mondo.

Sono le ore del “Nuovo Morandi”, non un discendente di Gianni che si mette a cantare ma inteso come ponte, Morandi appunto. La posa dell’ultima trave sia cartolina da spedire e monito per la ripartenza, questo è l’auspicio per il Paese intero. Perché l’Italia è una, e come tale deve comportarsi. Certo con giuste analisi dei territori. Occhio a non esagerare, è il primo appuntamento, non esagerare: la Germania riaprendo registra un aumento dei contagiati. La Francia forse non riapre più le scuole. L’Italia riparta con prudenza, per adesso frequentiamoci, ti ho appena dato il mio numero, non chiedermi già di sposarmi.

Musumeci scrive a Conte: “Riapriamo diverse attività e rilanciamo il turismo”. Il presidente della regione siciliana raccoglie il grido d’allarme dei settori produttivi isolani, già di loro in netta difficoltà anche prima dell’epidemia. Si discuterà, si parlerà ancora. Si ripartirà, sia una primavera nuova.

Vincenzo Montana

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