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Il murale della Marina

Quartieri

“A Licata la situazione non è più tollerabile”, “Niente cambia niente” denuncia con un murale

“Niente cambia niente. Non è solo logica, ma anche riflessione. Lunedì scorso abbiamo pensato che la situazione a Licata non è più tollerabile: questa tragedia greca in cui tutti hanno ragione ma nessuno può fare diversamente deve giungere ad una conclusione”.

A scriverlo è “Niente cambia niente”, il gruppo di giovani che ormai da un paio di anni alla Marina, con murales ed installazioni artistiche, sta provando a recuperare il quartiere dal degrado. Il gruppo ha fatto una riflessione sui mali (tanti) della nostra terra, ed ha voluto fare, realizzando un nuovo murale, una sorta di appello a tutti i licatesi.  

“Abbiamo pensato di rispondere a modo nostro – scrive “Niente cambia niente” – a una crisi sociale, economica, politica e culturale che tocca punti nevralgici della comunità. Abbiamo pensato di dire la nostra, ma soprattutto di fare; e abbiamo chiesto a un artista da sempre sensibile a queste tematiche di venire a Licata dall’oggi al domani. Abbiamo trascorso un po’ di tempo assieme, camminando e parlando dei problemi che si sono accumulati come sacchi di spazzatura sui bordi delle nostre strade; alla fine lui ha realizzato un’opera per questa città, che esprime le sensazioni e le informazioni accumulate in questi pochi giorni”.

“Lui – aggiunge il gruppo – è Poki, e a questo muro ognuno di noi può dare il senso che preferisce; ma il gesto che ci ha portato a realizzarlo, e che è anche quello che vorremmo si propagasse tra le persone, resta sempre e solo uno: se una cosa si vuole fare, si può fare: l’importante è la volontà. Noi abbiamo pensato di denunciare questo stato di cose donando un altro muro alla Marina, e di combattere costruendo”.

“Ringraziamo – conclude “Niente cambia niente” – la gente che ci sostiene sempre, l’artista e Rimural, azienda che ha sposato appieno la nostra causa. Oggi più che mai saremmo felici se diventasse la causa di ogni licatese che fa e unisce, invece di dividere, polemizzare e distruggere”.

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